Titolo inglese: A charming mass suicide
Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno «un luogo adatto all’uomo»? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a «quel suo vivacchiare privo di senso». Ma cosa succede se il fienile scelto per «il botto finale» è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca «così profondamente pacifica», con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita. Perché «si può scherzare con la morte, ma con la vita no. Evviva!» Parola di Paasilinna. (iperborea.com)
"Il viaggio più folle della mia vita"
"Perchè siamo ancora vivi, o perchè non siamo ancora riusciti a morire?"
Un imprenditore fallito e un colonnello rimasto vedovo decidono di suicidarsi nello stesso posto. Ma poichè il suicidio è una cosa privata, decidono di rimandare il loro intento, anzi il colonnello va a vivere con l'imprenditore e si scambiano confidenze, arrivando a pensare che altre persone potrebbero sentirsi meglio come in una sorta di terapia. Mettono un annuncio su un giornale a cui rispondono oltre seicento aspiranti suicidi e da soli non riescono a leggere tutte le risposte; allora trovano, tra gli aspiranti suicidi stessi, una vicepreside che li aiuta nell'organizzare il lavoro. Decidono quindi di fare un convegno per aspiranti suicidi, a cui partecipano oltre trecento persone, e dopo il convegno viene deciso di organizzare un pullman per fare un suicidio collettivo. Inizieranno a girare per la Finlandia, raccogliendo altri aspiranti suicidi. Ma nel momento clou qualcosa non andrà come programmato, perchè comunque le loro tristi vite, viste da una prospettiva diversa, in un ambiente diverso dal loro paese, acquistano decisamente un altro interesse e motivi per andare avanti o ripartire da zero.
Il suicidio in Finlandia è un problema molto sentito. Paasilinna lo affronta con molta ironia, lui stesso dice che con la morte si può scherzare, ma con la vita no.
L'idea del libro è molto carina, anche se non suggerirei la lettura a chi soffre di questi pensieri, perchè un sottofondo triste è decisamente presente. Il libro si legge bene ma ha alcune parti che diventano un po' noiose perchè ci sono davvero tanti personaggi e di moltissimi viene fatta una descrizione del perchè è arrivato a quella decisione. A parte alcuni che riusciranno comunque a portare a termine il loro proposito, il grosso del gruppo, dopo tanto peregrinare, si rende conto di non essere solo, che parlare con altri aiuta tantissimo l'autostima e che cambiare ambiente può aiutare a cominciare una nuova vita decisamente più felice.
Non mi ha emozionato come "l'anno della lepre". Carino comunque, ovvio ma non banale il messaggio finale del libro.
Mio voto: 7 / 10
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