Titolo originale: 黒猫亭事件 Kuronekotei jiken (1947)
È la mezzanotte del 20 marzo 1952. Un ufficiale di polizia attraversa in bicicletta i sobborghi della periferia di Tokyo. Nei pressi della locanda del Gatto nero, da poco chiusa, nota un monaco che scava nel cortile di un tempio adiacente. Incuriosito, lo spia dal recinto esterno e dal terreno vede emergere il cadavere di una donna dal volto completamente sfigurato. Di lei non si sa niente. È nuda e con una parrucca, e le analisi rivelano che la causa della morte è una ferita alla testa provocata da un corpo contundente. Nella fossa è stata rinvenuta anche la carcassa di un gatto nero. La polizia indaga tra i vecchi gestori della locanda, facendo affiorare uno scenario ricco di sorprese. L'ex proprietario, la moglie, una ballerina e un imprenditore, amanti dei due coniugi: tra di loro forse c'è il colpevole, ma anche la vittima, la cui identità è del tutto ignota. L'intervento di Kindaichi Kōsuke, che si interessa al caso, potrebbe essere fondamentale.
Questo nuovo episodio è un caso di omicidio «senza volto» che presenta altresì il tema della doppia personalità, un interesse di Yokomizo che nasce dai suoi influssi letterari occidentali, da Edgar Allan Poe a Oscar Wilde a Robert Louis Stevenson.
Il romanzo, pubblicato nel dicembre del 1947 su rivista, attrasse da subito l'attenzione del pubblico, confermando il successo del giovane Yokomizo nel nuovo panorama letterario noir giapponese. (goodreads)
Yokomizo Seishi è stato l'autore che ha portato in Giappone il giallo di stampo occidentale. Ho letto che l'investigatore Kindaichi in patria è famoso quanto lo è Maigret in Europa.
Secondo quanto scrive all'inizio dl libro, l'autore ha ricevuto direttamente da Kindaichi gli appunti di un caso che ha seguito, e li dà a lui affinchè ne scriva un romanzo.
Lo stile narrativo è molto gradevole; il libro si legge bene. La storia è un po' come nei libri di Agatha Christie, chi legge non ha proprio tutti gli indizi, quindi fa fatica a capire esattamente cosa è successo, anche se per qualche dettaglio ci va vicino.
Kindaichi compare verso la fine, quando i poliziotti non sanno come venirne a capo e lui risolve il caso. Qui si tratta di un caso di scambio di identità, ma quale sia l'identità scambiata viene reso decisamente contorto, confondendo un po' chi legge. In effetti, la soluzione del caso poteva essere reso in modo meno caotico, perchè tutta la storia stava reggendo bene ed era gradevole. Una bella scoperta comunque.
Mio voto: 7 / 10
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