domenica 21 gennaio 2024

Professione angelo custode - Arto Paasilinna


Titolo originale: Tohelo suojelusenkeli (2004)
Titolo in inglese: Goofy guardian angel

L'ottantaduenne Sulo Auvinen, superata una vita da savoniano e la brutta esperienza della morte, trova in cielo l'opportunità di una sfolgorante carriera: diventare angelo custode. Dopo un rapido corso di formazione in quell'efficiente azienda che è il paradiso, gli viene finalmente affidato il suo protetto: Aaro Korhonen, scapolo quarantenne che ha appena comprato a Helsinki una libreria antiquaria con bar, per rilanciarsi nella vita attiva dopo gli ozi da giocatore in borsa, cercatore d'oro, nonché scrittore a tempo perso. Ma che succede se le sue brillanti iniziative non sono approvate da Sulo, che con tutta l'imperizia con cui era vissuto si mette a manipolare il suo destino? Accuse di riciclaggio, commozioni cerebrali, due fidanzate che si accapigliano, navi che naufragano, carri funebri che si ribaltano, salme rubate che girano per l'Europa: le disavventure di Aaro si tingono di uno humor così nero che il diavolo in persona cercherà di accaparrarsi quel raro talento per disastri di ogni sorta. Che ne sarà del povero vecchio dal cuore d'oro che ha solo cercato di fare del suo meglio? Nella paasilinniana lotta tra bene e male il divertimento è assicurato, ma se gli strali sono rivolti al pio fatalismo del cielo, non sarà per chiederci se non è il caso di guardare un po' più alle conseguenze delle azioni, piuttosto che autoassolverci sempre per le buone intenzioni? (ibs)

"Nella lotta tra il bene e il male, non sempre le cose vanno come speriamo"

Amo Paasilinna, ma questo libro mi è parso un po' sottotono. L'idea di fondo è carina, il suo humour si sente, però ci sono alcune parti tirate un po' per le lunghe e abbastanza noiose (tipo tutta la compravendita dei carri funebri). Ovviamente troviamo spunti di riflessione disseminati in qua e in là, l'angelo combina disastri tali che addirittura il diavolo gli chiede di passare dalla loro parte, ma saprà riscattarsi nel finale. Mi pare un po' tutto permeato di troppo fatalismo. Se esistono angeli custodi simili, meglio non averne affatto. Trovo allucinante l'idea che possano decidere di farci cambiare idea anche su questioni amorose solo per loro libero arbitrio. 
L'ultima parte della descrizione la trovo effettivamente rivolta all'angelo: le buone intenzioni non sono una scusa per autoassolverci da azioni non buone (e men che meno per dirigere le vite altrui secondo le nostre, parziali, idee).
Mi rendo conto adesso, riflettendoci, che forse mi sono concentrata sui personaggi vivi, ma che il messaggio fondamentale è invece questo destinato all'angelo. E mi viene in mente un proverbio che dice "la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni". In questo caso, l'inferno di Aaro, che può benissimo farcela da solo.
Carino, ma gli manca qualcosa.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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