Titolo originale:
Бедные люди (1846)
Titolo inglese: Poor folk
Quando questo romanzo venne pubblicato, Fëdor Dostoevskij aveva ventiquattro anni; fu un successo travolgente: la critica fu subito concorde nel dichiarare che il suo autore era un genio, un genio, però, che viveva nella miseria più nera, quella miseria senza speranza che ispira, appunto, "Povera gente". Due giovani si scrivono, si raccontano le loro piccole vicende quotidiane, le loro speranze, i loro sogni. Nasce così un amore che potrebbe aprire a entrambi la via della felicità, ma la loro miseria è tale che la ragazza deciderà di sposare un uomo non più giovane, ma ricco nella folle speranza di poter aiutare il suo infelice amico. Un romanzo epistolare che scosse la Russia e segnò l'inizio della carriera di un titano della letteratura mondiale. (goodreads)
Poichè mi sono ritrovata con una edizione ebook piuttosto datata (quella scaricabile da Liber liber con traduzione di Federigo Verdinois), ho provato a scaricare l'audiolibro da Media Library che aveva l'edizione Feltrinelli del 2016. Quindi procedevo ascoltando ma tenendo sott'occhio l'ebook.
Ammetto che tra i due ci sono notevoli differenze. Al di là della differenza nel linguaggio, piuttosto datato nell'ebook, decisamente più fresco nell'audiolibro, la cosa che mi ha lasciato perplessa è che ci sono proprio frasi diverse. Ad esempio, tutti i nomignoli (colombella e via dicendo) che si ascoltano nell'audiolibro non ci sono nell'ebook; poi nell'audiolibro Makar ripete duemila volte il nome di lei mentre nell'ebook non succede. Oltre ovviamene a termini tradotti in modo diverso. Questo mi ha fatto riflettere sull'importanza della traduzione ma soprattutto mi ha fatto chiedere dove stesse la verità. Cioè come scrive in realtà Dostoevskij? Sarei curiosa di vedere la versione originale...
"Povera gente" è il libro d'esordio di Dostoevskij. Nella versione Feltrinelli è scritto che qui troviamo "la prima fanciulla umiliata e offesa, il primo sognatore innamorato e disilluso dalla vita, il primo sordido individuo pronto a sottrarre l'innocenza a chi gli sta intorno". Effettivamente è vero, sono i temi che troviamo ricorrentemente nei libri di Dostoevskij.
Ho scoperto che anche la citazione a "Il cappotto" di Gogol è voluta, pare che Dostoevskij si sia ispirato da questo romanzo, in cui il protagonista è anche lui un copista come Makar. Questo romanzo fa imbestialire Makar perchè il protagonista vive una vita come la sua.
Io ci ho ritrovato molto delle notti bianche in questo libro, anche se ammetto che le notti bianche non mi ha fatto impazzire.
Ho trovato tanto amore e tanta tenerezza in Makar, paterno ma non solo, siamo quasi al limite dello stucchevole a volte. Lui è pronto ad assecondare ogni desiderio che esce dalla bocca di lei anche a costo di non mangiare o di non vestirsi. Lei invece è quella che gli è molto grata e al tempo stesso lo rimprovera perchè spende troppi soldi per lei, poi però quando lui le scrive che ha finito i soldi e non sa come pagare l'affitto lei gli chiede se può aiutarla.
Tanta denuncia sulla condizioni in cui vivono i poveri, come vengono derisi, come danno fastidio ai ricchi che però non vogliono vedere. Come esistono mendicanti veri ma anche bugiardi, mendicanti che mandano i figli ad elemosinare con la letterina di presentazione scritta da una madre che dice di essere ammalata, ma lo è poi davvero?
La povertà abbruttisce la persona anche psicologicamente. Il povero tende a considerarsi poco. Makar tende a nascondersi al lavoro perchè non vuole che vedano come è vestito male.
Dostoevskij ha l'abilità di descrivere benissimo le scene, le situazioni, gli ambienti senza eagerare con fronzoli e di descrivere in modo emozionalmente potente il tormento dei personaggi (soprattutto quello di Makar).
Mio voto: 8 / 10
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