Titolo originale: The Manningtree Witches (2021)
Inghilterra, 1643. Il Parlamento combatte contro il re, la guerra civile infuria, il fervore puritano attanaglia il Paese e il terrore della dannazione brucia dietro ogni ombra. A Manningtree, una cittadina della contea dell’Essex privata dei suoi uomini fin dall’inizio della guerra, le donne sono abbandonate a se stesse; soprattutto alcune di loro, che vivono ai margini della comunità: le anziane, le povere, le non sposate, quelle dalla lingua affilata. In una casupola sulle colline abita la giovane Rebecca West, figlia della vedova Beldam West, «donnaccia, compagna di bevute, madre»; tra un espediente e l’altro Rebecca trascina faticosamente i suoi giorni, oscurati dallo spettro incombente della miseria e ravvivati soltanto dall’infatuazione per lo scrivano John Edes. Finché, a scombussolare una quotidianità scandita da malelingue e battibecchi, in città non arriva un uomo: Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che si mostra fin dal principio molto curioso. Il suo sguardo indagatore si concentra sulle donne più umili e disgraziate, alle quali comincia a porre strane domande. E quando un bambino viene colto da una misteriosa febbre e inizia a farneticare di congreghe e patti, le domande assumono un tono sempre più incalzante… Le streghe di Manningtree è la storia di una piccola comunità lacerata dalla lenta esplosione del sospetto, in cui il potere degli uomini è sempre più illimitato e la sicurezza delle donne sempre più minata. (ibs)
Ho fatto un po' di fatica all'inizio di questo libro, soprattutto per il linguaggio un po' ruvido e scurrile utilizzato. In effetti, essendo il libro narrato in prima persona da Rebecca, è allineato al personaggio. Tutto il linguaggio è sapientemente adattato al periodo storico di cui racconta, e troviamo spesso dei termini che non ho mai sentito in vita mia (altrettali libelli per altrettanti libri, o doglianza per dolore). Ad un certo punto la storia prende e ammetto che diventa difficile interrompere la lettura perchè sono stata catturata dalla vicenda, molto triste, delle streghe. Intanto siamo in piena guerra civile, molti uomini sono al fronte o sono già morti; le donne che hanno atteggiamenti sopra le righe, o che sono vedove o povere, sono guardate male. Alcune di esse si suppone che sappiano fare malefici in quanto dopo aver lanciato delle "maledizioni" succede che davvero qualcosa di simile si avvera. Così succede col bambino che risponde male alla Beltam West che gli fa una domanda; quando poi lui si ammala con convulsioni che sembra posseduto dal demonio, allora la gente pensa che sia stata la sgridata che ha ricevuto dalla donna. Peraltro, la Beltam West ha fama di essere riuscita, con una maledizione, a far naufragare una intera nave...
Fatto sta che Matthew Hopkins, nuovo proprietario della locanda, comincia ad assumersi il ruolo di predicatore, mandato da Dio per riconoscere e sconfiggere il demonio che vive sulla terra, e comincia ad accanirsi contro la Beltam West e le sue amiche. Vediamo quindi i metodi che utilizza per estorcere confessioni, per torturare queste donne (tipo privarle del sonno). In particolare la prima che tortura è una ottantenne senza una gamba, Elizabeth Clarke, la prima donna che riesce a far giustiziare per stregoneria.
L'autrice dice che le interessava più concentrarsi sulle vittime che non sul carnefice, e sicuramente attraverso le parole di Rebecca riusciamo a capire molto. Ma anche la ricostruzione ipotetica che ha fatto del carnefice è interessante. Dico ipotetica perchè di Hopkins si sa in realtà poco, a parte del suo operato come inquisitore e del fatto che è morto giovane, il resto è stato inventato dall'autrice. Interessante però anche il suo tormento nei confronti di Rebecca.
Il libro è molto interessante, molto crudo e triste, soprattutto pensando che riprende un avvenimento storico in cui la povertà, l'ignoranza e la superstizione hanno portato ad uccidere centinaia di donne perseguitate senza avere nessuno che le difendesse. Aggiungerei anche la codardia di molti uomini.
Le pagine dove vengono trascritte alcune delle testimonianze davvero registrate durante il processo alle streghe, sono complicate da leggere per il linguaggio. Le pagine con le poesie mi sono chiesta se c'entravano o meno.
Quasi tutti i personaggi sono realmente esistiti, tranne alcuni (tipo Mastro Eldes).
Molto toccante il momento in cui viene impiccata la vecchia Clarke.
Libro gradevole. Bisogna però ricordarsi che, pur se la scrittura è scorrevole e la vicenda scorre bene, la verità è che queste cose sono successe davvero.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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