Titolo originale: Mitvenskab med Jesus Kristus (2008)
Titolo inglese: My friend Jesus Christ
Niko vive a Copenhagen con la sorella maggiore Sos da quando la mamma, popstar famosissima, e il padre postino sono scomparsi in un incidente stradale. Niko vive alla giornata: è imbranato con le ragazze di cui si innamora, scombinato a scuola e nella vita, insofferente verso chi lo ama, rissoso quando si riunisce con l'amico e coetaneo Jeppe e insieme danno la caccia a qualche malcapitato compagno di strada. Niko vive ma la sua vita non sembra avere alcuno spiraglio e l'amore di sua sorella non potrà più essergli sufficiente. Tutto sembra precipitare, quando si intrufola in casa sua un ragazzone hippy, sordo alle proteste e ai colpi di Niko, che dice di chiamarsi Gesù Cristo e di essere venuto a fare di lui un ragazzo migliore. Niko non sa (e non saprà mai) se quello strano tipo è veramente Gesù o un pazzo mitomane ma inizia a dargli retta e a seguire un decalogo per uscire fuori dal suo tunnel. Primo comandamento: lasciare Copenaghen e tornare nel paese dove sua mamma è nata; poi si vedrà. "Il mio amico Gesù" è il racconto feroce e tenero di un viaggio forzato verso la felicità di un giovane che non l'avrebbe mai potuta toccare. E che importa, infine, se il sedicente Gesù sia tale veramente o un ragazzotto pieno di fantasia? (ibs.it)
Niko (Nikolaj) rimane orfano di entrambi i genitori quando ha tredici anni e sua sorella Sos (Sanne) venti. Il loro padre era un postino, ma la madre era la più grande cantante danese. L'unico posto in cui non si è mai voluta esibire è la sua città natale, Tarm, in quanto lì abita ancora il padre che la prese a cinghiate quando lei, sedicenne, decise di andare a vivere a Copenaghen col futuro marito Allan.
Niko ha un rapporto quasi morboso con la sorella, nel senso che non accetta di doverla condividere con altri. E Sos è disposta a mettersi in secondo piano pur di stare vicina a Niko. Niko non ha amici, a parte Jeppe, ma frequenta bande di teppistelli e sfoga la sua rabbia facendo a botte con chiunque gli capiti a tiro, anche un bambino. Tenta il suicidio più volte quando si rende conto che Sos si allontana da lui.
"Devo essere un individuo orribile, se soltanto mia sorella
è in grado di amarmi. Mi infurio con me stesso
e con tutti quelli che si rifiutano di amarmi.
E' davvero impossibile concedermi una parvenza d'amore?"
Niko porta Sos allo sfinimento coi suoi comportamenti da teppista, finchè Sos non si mette con Brian, e capisce di doversi prendere una pausa dal fratello. Per oltre un anno, Sos mantiene le distanze, mentre è Brian che va a trovare Niko. Quando finalmente Sos invita a casa sua il fratello, lui scopre che è incinta. Niko si trova di troppo in questa nuova famiglia, dove ci sono troppe persone che gli "rubano" la sorella e mette in atto il secondo tentativo di suicidio per salvarlo da quale Sos abbandona a casa da solo il figlioletto.
Niko trova finalmente una fidanzata, Silje, una ragazza molto dolce che suona in una band in cui fanno cover delle canzoni di sua mamma. Ma la storia con Silje non calma i crampi allo stomaco che prova Niko, e in un momento di follia la riempie di pugni fino a quasi sfigurarla. Successivamente al terzo tentativo di suicidio, è Sos che non ce la fa più e si annega nel porto.
Qualche tempo dopo, alle tre di notte, Niko sente qualcuno che rovista in casa sua e si trova davanti non un ladro, bensì Gesù. Pur non essendo credente, Niko sente nelle parole di Gesù un grande conforto, e Gesù gli dice che deve cercare di rimediare ai suoi errori ed essere felice. Il primo passo è tornare a Tarm.
Mi sto dilungando molto sulla trama (ma non dirò altro), però questo libro ha in sè davvero tanto. Niko è un ragazzino sbandato, a tratti anche buffo e imbranato, ma è anche un teppista dalla violenza gratuita. Sfoga il suo bisogno di amore sulla sorella, non accetta che lei abbia una vita sua e non accetta di condividerla con nessun altro. Lui sa che lei accorrerà sempre quando lui ha bisogno, fino al momento in cui lei stessa crolla arrivando a togliersi la vita. Qui entra in campo Gesù, dall'aspetto di un grosso motociclista coi sandali, e poco importa se sia davvero Gesù Cristo o uno che si spaccia per lui o anche una visione, Gesù (che conosce Niko perchè Sos gli parlava di lui più volte al giorno) è comunque colui che gli tende la mano per cambiare strada, pentirsi del male che ha fatto nella sua vita, diventare una persona migliore ed essere finalmente felice. E Niko scappa da Copenaghen per tornare alla città dei suoi genitori, Tarm, dove farà finalmente delle amicizie vere, e questi amici lo aiuteranno ad espiare i suoi peccati.
La storia mi è piaciuta. A tratti forse è anche semplicistica, soprattutto da quando torna a Tarm, ma nell'insieme mi è piaciuto seguire il processo di maturazione di questo ragazzino. Il fatto che Gesù sia davvero chi dice di essere o no, poco importa, quello è ciò che gli fa scattare la molla del prendere in mano la propria vita.
Quello che mi ha un po' spiazzato è il finale (che non vi racconto). Sembra un po' un voler ricordare che non riuscirai mai ad espiare tutti i tuoi peccati e non potrai essere felice. Non so se è questo che voleva dire l'autore. Effettivamente farlo finire con un "e vissero tutti felici e contenti" forse avrebbe "premiato" un po' troppo l'eccessiva violenza di Niko, a cui non potrà mai mettere rimedio.
L'autore nella descrizione del libro dice: "Così credo sia il mio romanzo: commedia, tragedia, melodramma e farsa". In effetti, ci ritrovo tutto ciò.
Ho trovato questo libro perchè stavo cercando di spaziare tra gli Stati europei.
Ah, non chiedetemi come fa la canzone che ha lo stesso titolo di questo libro perchè l'ho trovata su internet e non saprei!
Il libro si legge bene. E' suddiviso in quattro parti e in tanti capitoletti piuttosto brevi, tipo flash. Mi piace questo stile, dà dinamicità al racconto.
Complesso ed interessante.
Mio voto: 7 e mezzo / 10