Titolo originale: Las malas (2019)
Camila non ha ancora vent'anni quando si affaccia per la prima volta sulla zona più buia del Parco Sarmiento. Camila è una donna che ama, soffre, lotta. Camila è Cristian, un bambino che si prova di nascosto i vestiti della madre, i rossetti, gli orecchini, e trema alle sfuriate del padre. Camila è destinata a fare la puttana, a morire buttata in un fosso, così le hanno detto, così le hanno augurato. Questa è la storia di Camila e del gruppo di donne trans che diventerà la sua famiglia: c'è La Zia Encarna, madre protettrice con i seni gonfi di olio motore, c'è María la Muta, che sogna di volare, c'è La Machi, capace di curare ogni male. Ci sono le notti senza fine, le botte dei clienti, gli insulti, le fughe dalla polizia. C'è la scoperta di sentirsi diversi, il rifiuto dei genitori, la solitudine, la povertà. C'è un'ironia caustica, c'è tutta la gioia di un'identità finalmente propria e la voglia di vivere di un corpo che rinasce, che fiorisce. (ibs)
Se dovessi usare due soli aggettivi per descrivere questo libro, lo definirei crudo e toccante.
Il libro ha diversi riferimenti autobiografici dell'autrice (mentre altre parti sono romanzate), e ci parla dell'infanzia in cui Cristian scopre di non trovarsi bene nel corpo di un uomo, comincia ad avere i primi rapporti con altri uomini in un piccolo paese dove tutti sanno tutto di tutti. Da qui ad un certo punto deve scappare, anche da una famiglia per la quale è una vergogna, e si ritrova al Parco Sarmiento, zona in cui lavorano le donne trans e dove viene immediatamente accolta in questa stravagante famiglia dove però c'è affetto e aiuto reciproco.
Camila non avrebbe mai voluto diventare una prostituta, ma quello è l'unico lavoro che una come lei riesce a trovare. E la vita di una trans non è per niente facile perchè ovunque va si attira gli sguardi (molto spesso sprezzanti) della gente, anche quando fa di tutto per passare inosservata. E c'è un grande odio di fondo che le trans provano per la gente "normale", gente spesso ipocrita perchè capace di insultarti di giorno e poi venirti a cercare di notte per fare sesso. E' una vita piena di pericoli, perchè spesso i clienti pensano di poter fare di loro quello che vogliono, e il rischio di venir picchiate è alto (oltre al discorso delle malattie..). In un contesto dove spesso gira anche droga e alcool a fiumi.
Le trans del Parco Sarmiento sono solidali l'una con l'altra, si aiutano, si tengono d'occhio. Qualcuna ha la fortuna di avere un fidanzato che accetta la loro condizione e la loro professione. Altre cercano per tutta la vita un amore che non arriverà mai.
Un giorno al Parco Sarmiento, le trans trovano un bambino abbandonato. Sanno che dovrebbero portarlo alla polizia, ma una di loro, La Zia Encarna, quella che è un po' la madre di tutte loro, decide di tenerlo perchè quel bambino è arrivato lì per lei. Per quel bambino smetterà di lavorare, arriverà a rivestirsi da uomo per poterlo portare a scuola, fingendosi il padre, ma questo attirerà la cattiveria della gente fino ad una tragica conclusione.
Il libro mostra le vite di questo gruppo di donne che vivono nella paura, e accanto a loro ci vengono mostrati gli uomini che le frequentano, chi per abusarne e chi per vero affetto.
Ho letto questo libro per il gruppo di lettura online. La lettura è molto scorrevole, nonostante la crudezza di alcuni episodi, nonostante la profondità di alcune riflessioni che sono un pugno nello stomaco. Allo stesso tempo, il libro è pieno anche di momenti teneri.
Lo consiglio. Anche per ricordarsi, ogni tanto, che a volte dovremmo mettere da parte i pregiudizi e provare a vedere la situazione che sta dietro alla persona che abbiamo davanti.
Mio voto: 8 / 10