Titolo originario: Ten little niggers (1939) - And then there were none (negli USA)
Una casa misteriosa su un'isola deserta, lontana dal resto del mondo. Dieci persone che non si sono mai incontrate prima, accomunate solo dal fatto di avere tutte un inquietante passato e riunite da una serie inspiegabile di inviti. Un ospite misterioso che non si fa mai vedere. E un'assurda filastrocca per bambini che ritorna ossessivamente, scandendo implacabile una successione di omicidi. Dieci piccoli indiani (1939) è il capolavoro di Agatha Christie e una delle vette del romanzo di suspense. «ll libro, nato da una lunga fase di elaborazione, mi riempì di soddisfazione. Era chiaro, lineare e al tempo stesso sconcertante» raccontò la Christie nella sua autobiografia, ricordando la laboriosa genesi del suo romanzo più letto e più amato, con più adattamenti per il teatro, il cinema e la televisione, che qui torna in una nuova traduzione. (ibs.it)
Incredibilmente, non avevo ancora letto questo libro. Dieci sconosciuti, tutti con uno scheletro nell'armadio, ricevono un invito da un personaggio misterioso, per andare in vacanza a Nigger Island, isola circondata da un alone di mistero. Ad uno ad uno, seguendo le strofe di una filastrocca per bambini, cominciano a morire. E la soluzione del caso arriverà solo grazie alla confessione del colpevole, che ha scritto tutto in una bottiglia gettata in mare.
Un giallo favoloso, che perde solo un po' di brio nell'epilogo quando i due ispettori si chiedono cosa sia successo. Ovviamente, loro non riescono ad arrivare alla soluzione, e anche a noi lettori che abbiamo seguito la storia manca un tassello, la confessione nella bottiglia.
Molto intrigante, scritto bene. Forse il libro migliore di Agatha Christie, almeno fra quelli che ho letto finora.
(Non mi è chiaro cosa c'entrino gli indiani, ma pazienza...)
Mio voto: 9 / 10
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