Titolo originale: Io non ho più paura (2021)
Cosa succede quando la malattia irrompe, improvvisa e devastante, nella vita di un ragazzo di sedici anni? Niccolò (Nicco, per gli amici) vive la sua adolescenza tra le gioie e le preoccupazioni della sua età, tra scuola, amici, fidanzata, sport... È fortunato, Nicco: circondato da una famiglia amorevole e sostenuto dalla complicità di due fratelli gemelli, può guardare con fiducia a un futuro pieno di promesse. All'improvviso però tutto cambia. Sul campo da calcio, la sua passione più grande, Nicco sente un dolore alla gamba, insistente, insidioso. I giorni passano, ma quel dolore no, non passa, anzi, si fa sempre più intenso, finché un giorno la gamba cede e le cose precipitano. Osteosarcoma: questa è la terribile sentenza che colpisce Niccolò come un pugno in pieno viso. È la primavera dei suoi sedici anni e lui ha un cancro. Inizia così una lenta discesa agli inferi tra biopsie, operazioni, ricoveri, terapie e devastanti effetti collaterali. Mentre i suoi coetanei si godono l'estate, Nicco, in una stanza d'ospedale, è costretto a crescere in fretta, solo contro un nemico implacabile e subdolo. E proprio quando la stanchezza sembra prendere il sopravvento, Niccolò scopre il potere del sorriso, di un atteggiamento positivo, della resilienza... In questa lettera accorata che è un incitamento a non darsi mai per vinti, Nicco non nasconde a, non il dolore, non la rabbia, non il senso di sconfitta. Nel labirinto dei suoi pensieri, delle sue altalenanti emozioni, ci prende per mano e ci apre il suo cuore, che ha scoperto essere più forte e coraggioso di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Perché essere coraggiosi non significa non avere paura, ma andare avanti nonostante la paura. I proventi dei diritti d'autore di questo libro saranno devoluti a Busajo Onlus, che si occupa di recuperare, rieducare e reinserire bambine e bambini di strada in Etiopia. www.busajo.org. (ibs.it)
Quando mi è stato chiesto di leggere questo libro, ero un po' perplessa perchè non amo i saggi. E, tuttora, non capisco come mai sia stato infilato in una categoria simile. Secondo me è una biografia ma non certo un saggio. A parte questo dettaglio, il libro ci racconta l'esperienza dell'autore, da quando a 16 anni (due anni prima di scrivere), facendo esami dopo un dolore ad una gamba che lo ha costretto ad abbandonare il campo da calcio su cui stava giocando, gli hanno diagnosticato un tumore. La paura, le visite, la chemio che ti devasta, il perdere persone che credevi ti sarebbero state vicine (tipo la fidanzata). Cercare di nascondere a chi ti sta vicino che stai molto peggio di quello che vuoi far credere a loro. Perchè ti rendi conto che la malattia non colpisce solo te ma anche le persone che ti vogliono bene.
Il testo è scritto in ordine abbastanza cronologico, quasi un diario. Quello che traspare, oltre alla paura, è la forza di un ragazzo che ha dovuto ridefinire da un giorno all'altro le sue priorità, rendendosi conto di cosa davvero era importante e di cosa non lo era, con l'aiuto della famiglia e riavvicinandosi alla fede.
E' un libro corto. Nonostante l'argomento triste, si legge bene, è scorrevole. Sicuramente una toccante testimonianza.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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