domenica 2 aprile 2023

Trasparenti - Ondjaki


Titolo originale: Os Transparentes (2012)
Titolo inglese: Transparent city

"Trasparenti" è il ritratto di Luanda oggi, città che ha visto almeno decuplicare, nelle ultime quattro decadi, la sua popolazione a causa della guerra civile che per circa trent'anni ha attraversato la storia recente dell'Angola. La guerra è sempre presente nell'intreccio del romanzo ed è costruita come tratto unificatore e sfondo costante dell'esperienza di vita che accomuna tutti i cittadini angolani. Luanda viene descritta come una città frenetica che subisce una transizione violenta, segnata da una corruzione capillarmente generalizzata, in cui la gente comune prova a restare a galla come può, ma è anche uno spazio urbano in cui le vite di tutti ancora si mischiano e si contaminano, sfuggendo al modello di segregazione tipico di tante altre città post-coloniali. L'azione del romanzo gira intorno ad un palazzo, mentre intorno sfila una variegata galleria di personaggi che compongono il complesso mosaico della città che espone tutte le sue contraddizioni. Gli abitanti del palazzo si interfacciano con un'altra varia umanità esterna, fatta di burocrati, giornalisti, affaristi, piccoli e grandi delinquenti, qualche ministro, interessati al petrolio e alle tante risorse del paese e che cercano di sopravvivere a loro modo, in una dimensione costantemente sospesa tra realtà e finzione. (goodreads)

Libro letto per il gruppo di lettura online (anche se in realtà l'ho finito il giorno dopo l'incontro... ultimamente va così..).
Interessante spaccato di vita angolana, ambientato a Luanda, dove i protagonisti principali sono gli abitanti di un palazzo fatiscente al cui piano terra c'è una enorme perdita di acqua. E così, mentre il Paese soffre la sete, loro hanno una specie di piscina da cui attingono l'acqua per fare qualunque cosa.
Gli abitanti hanno quasi tutti dei nomi strambi e composti, tipo JoaoPianoPiano, MariaConForza, StaVolta, QuestaPure, e molte sono le espressioni strane che saltano fuori (tipo l'anello matrimonioso), credo che il traduttore si sia divertito. Nonostante poi il clima cupo in cui vivono i protagonisti, molta è l'ironia con cui sono descritti i fatti. E i fatti sono quelli di una grande città in cui i poveri vivono di stenti mentre i ricchi fanno il brutto e cattivo tempo: guardie corrotte, politici che prendono decisioni vantaggiose solo per sè spacciandole come buone per il Paese, imprenditori furboni che corrompono i politici. Una strada verso la modernità dove gli scrupoli della sicurezza sono minimizzati, nonostante uno studioso americano (ma di origine angolana) li metta in allerta. Laddove il governo vuole estrarre petrolio dal sottosuolo cittadino, un imprenditore è più interessato a costruire la nuova rete idrica per privatizzare l'acqua.
Abbiamo anche un grande senso di comunità. Gli abitanti del palazzo formano un micromondo dove tutti si conoscono e si aiutano. Papino, che prima viveva per strada, è stato praticamente adottato dal palazzo e gli è stata data la possibilità di vivere al terzo piano, scusandosi se era molto malridotto e mancavano gli infissi!
Tante interessanti metafore in questo libro. Uno dei personaggi, Odonato, a poco a poco diventa trasparente. Aveva cominciato non mangiando per lasciare il cibo ai figli, e non sente neanche più i morsi della fame, semplicemente si sta facendo trasparente e leggero, leggero al punto che a fine libro lo devono legare altrimenti vola via. "La trasparenza è un simbolo", dice proprio lui.
Il libro è sicuramente importante, uno di quei libri che andrebbe letto molto lentamente (coi ritmi portoghesi... tra l'altro, non sapevo che la lingua ufficiale dell'Angola fosse il portoghese...). Non credo di aver mail letto libri ambientati in Angola finora. 
Devo ammettere però che ho un po' sofferto il linguaggio. A parte la scarsa presenza di punti (punti di fine frase intendo), compensata dal fatto che quando cambia argomento almeno va a capo, è uno di quei linguaggi che sarebbe facile definire "poetico" ma in realtà io utilizzo questo aggettivo per altri stili, mentre questo l'ho trovato un po' pesante, un po' anche tirato per le lunghe; e poi ci sono davvero tanti personaggi da seguire e, sebbene siano ben caratterizzati, ho fatto un po' fatica. Ci sono anche tanti dialoghi assurdi ma ironici. 
Lo penalizzo un po' non tanto per quello che mi vuole raccontare, bensì per il modo in cui lo fa, perchè ammetto che ad un certo punto saltavo da un paragrafo all'altro...
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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