domenica 30 aprile 2023

L'isola degli alberi scomparsi - Elif Shafak


Titolo originale: The Island of Missing Trees (2021) 

Nata e cresciuta a Londra, Ada Kazantzakis, sedici anni, non sa niente del passato dei suoi genitori. Non sa che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, negli anni Settanta erano due adolescenti in quell'isola favolosa di acque turchine e profumo di gardenie chiamata Cipro. Non sa che i due si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d'aglio e peperoncini. Non sa che al centro di quella taverna, testimone dei loro incontri amorosi, svettava un albero di fico. E non sa che l'albero, con le fronde che uscivano da un buco sul tetto, era lì anche quando l'eterno conflitto dell'isola, spaccata in due lungo la «linea verde», si era fatto più sanguinoso e i due ragazzini non erano più venuti. Ora quello stesso albero, nato da una talea trafugata anni prima a Londra, cresce nel giardino dietro la casa di Ada: unico, misterioso legame con una terra dilaniata e sconosciuta, con quelle radici inesplorate che, cercando di districare un tempo lunghissimo fatto di segreti, violente separazioni e ombrosità, lei ha bisogno di trovare e toccare, per poter crescere. (goodreads) 

Una storia d'amore nata in un luogo dove non poteva nascere: a Cipro, tra un ragazzo greco-cristiano troppo sensibile e una ragazza ribelle turco-musulmana. Un amore nato di nascosto, sullo sfondo di un Paese in cui comincia la guerra civile. Vicini di casa che tutto d'un tratto diventano nemici e nazionalismi esasperati. Laddove Cipro credeva di essere europea, l'Europa la pensava diversamente, e dopo la partenza degli inglesi che avevano mantenuto la calma per anni, tutta la violenza si scatena. Siamo nel 1974. Kostas, con uno stratagemma, è costretto da sua madre, ad andare a vivere da uno zio a Londra, e non riuscirà a tornare per decenni. Defne rimane sola a Cipro, a sopravvivere a quello che succede. 
La storia si sviluppa tra il 1974, gli inizi degli anni 2000 quando Kostas ritorna a Cipro e ritrova Defne, e la fine degli anni 2010 in cui Defne muore e la loro figlia Ada comincia a chiedersi qualcosa sul passato. 
Il filo tra i tre periodi storici è molto ben congegnato. Spesso prende voce anche la pianta di fico, quella che stava all'interno della taverna a Cipro e di cui Kostas ha portato a Londra una talea. Attraverso la pianta ci vengono raccontati dettagli della storia che ha vissuto lei e che lei ha ascoltato tramite gli uccellini o gli insetti che la visitano. Nel finale capiremo anche come mai questa pianta sembra proprio essere innamorata di Kostas.  
L'autrice è stata molto brava a mescolare romanzo con avvenimenti storici senza che diventassero pesanti nella storia. Quello che è successo a Cipro rimane sempre molto sconosciuto, anche a scuola si parlava brevemente del fatto che l'isola fosse divisa in due, ma niente di che. Questo libro mi ha insegnato delle cose che non sapevo e che ho appreso con dolore ma con molto interesse.  
Molto bello anche il richiamo alle tradizioni e alle credenze popolari che ci viene fatto soprattutto con la zia Meryem. 
E' un libro che forse indugia un po' troppo su troppe cose, soprattutto quando parla la pianta e ci racconta di insetti che, alla fine, non aggiungono molto alla storia già complessa di suo. 
Quando il dolore è così radicato nel passato di una persona, si fa fatica a venirne fuori.  
Lettura molto gradevole. 
Mio voto: 8 / 10

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