venerdì 18 giugno 2021

Il giardino dalle mille voci - Ewald Arenz


Titolo originale: Alte Sorten (2019)

Sally ha diciassette anni e pensa che tutto il mondo sia contro di lei. Fuggire di casa le sembra l'unica soluzione possibile. Non vorrebbe chiedere aiuto a nessuno, ma quando la notte la sorprende si trova di fronte a una fattoria. Ad accoglierla è la timida e taciturna Liss che, senza farle domande, la ospita nella sua grande casa vuota. Il giorno dopo, la donna vorrebbe coinvolgerla nel lavoro dei campi, ma Sally si rifiuta. Finché Liss le apre le porte di un angolo nascosto della sua tenuta: un giardino segreto pieno di rigogliosi alberi da frutto. Sarà lei a insegnare a Sally che solo i cuori più puri possono comprendere la magia della natura. Che sdraiarsi sotto un pero può evocare una dolcezza perduta, assaporare il gusto di un fico portare luce dove c'è troppo buio. Liss non ha mai permesso a nessuno di entrare in quel luogo, ma ha capito che Sally ha bisogno di un rifugio in cui ritrovare sé stessa, dell'abbraccio di quelle foglie e del potere di quei sapori. Forse anche lei, dopo tanto tempo, deve trovare il coraggio di tornarci. Perché il passato e i suoi segreti non possono restare nell'ombra per sempre. Giorno dopo giorno tra le due nasce un'amicizia speciale, un legame unico che dà loro la forza di ricominciare, anche se costa molta fatica. Ma anche il seme deve farsi largo attraverso la terra per germogliare e raggiungere il sole. Il romanzo che ha conquistato i librai indipendenti tedeschi e ammaliato i lettori. In vetta alle classifiche dal giorno dell'uscita. Una storia in cui la protagonista è la natura con i suoi misteri, il suo linguaggio nascosto, il suo potere salvifico. Due donne che la vita ha posto davanti a scelte difficili e che, insieme, cercano di tornare sul giusto cammino, forti di un'amicizia che ha cambiato la loro esistenza. (ibs.it)

Mi sono fatta incantare dalla trama di questo libro, sul quale c'erano commenti del tipo "è un gioiello", "Arenz sa emozionare con le parole", e cose del genere. L'unico commento con cui sono d'accordo è che questo è il racconto di due anime ferite che riescono a guarire insieme.
Sally scappa da una clinica dove è in cura per una malattia non specificata, a metà tra l'anoressia e l'autolesionismo. Sta di fatto che lei si sente fuori luogo a casa propria, totalmente fuori sintonia coi genitori che non provano neanche lontanamente ad ascoltarla. Liss ha una ferita molto più vecchia, costretta a vivere in quella casa, prima per colpa di un padre tiranno che non voleva nemmeno che leggesse libri, e poi a causa di un marito violento che non l'ha mai amata davvero (ma la storia di Liss la scopriremo nelle ultime venti pagine...).
Sono due persone ferite, e Liss vede molto di sè in questa ragazza. Liss avrebbe voluto scappare e non ha mai potuto; Sally ha trovato il coraggio di farlo ma è piena di rabbia verso tutti. Sarà il contatto con la terra e i lavori agricoli che la aiuteranno a scoprire di poter essere felice, e a sua volta lei insegnerà a Liss che è ancora viva.
La storia di fondo è molto bella, e mi piace anche come si conclude. C'è però qualcosa che non mi convince, e credo che sia un problema di scrittura, un po' "strutturata", non so come altro definirla. La lettura è scorrevole, a parte alcuni passaggi temporali che non sono proprio fluidi, ci vuole un po' a capire di chi stiamo parlando. Credevo che un libro così mi avrebbe emozionato fino alle lacrime e invece non lo ha fatto. E il problema non è di cosa racconta, ma di come lo racconta.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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