Titolo originale: ქალაქი თოვლში (2013)
I cinque racconti della 'Città nella neve' mostrano la realtà di una nazione 'di periferia' alla ricerca di un contatto ravvicinato con l'Europa. La guerra tra georgiani e abcasi ('Assassino'), il legame d'amore tra due ragazzi sullo sfondo della crisi energetica degli anni Novanta ('La città nella neve'), la quotidianità di un uomo non vedente in bilico tra nostalgia e rabbia ('In sogno vidi'), i ricordi di giovinezza in una Tbilisi multietnica dei tempi sovietici ('Una sera'): è un mosaico composto tanto da storie private quanto da vicende che hanno segnato la storia della Georgia. Chiude la raccolta 'Musakala', in cui l'autore ha ricostruito, romanzandolo, il punto di vista dei combattenti mujaheddin durante la guerra in Afghanistan. (ibs.it)
La descrizione dice già tutto. Il libro è una raccolta di cinque racconti, il primo è una settantina di pagine, l'ultimo una cinquantina, i tre in mezzo molto più brevi.
E' un interessante spaccato sulla vita della Georgia, Paese (da me sicuramente) poco conosciuto.
Sono cinque storie che riguardano cinque ambienti sociali differenti, nell'ultimo viene anche ripercorsa la guerra in Afghanistan, con l'ascesa del Mullah Omar e Osama Bin Laden, fino alla sparizione del primo e alla morte del secondo.
Per chi ama la storia, questo è un libro molto bello. La scrittura di Kurkhuli si legge bene, ci sono molti termini georgiani tradotti nelle appendici alla fine dei vari capitoli. Per chi, come me, non ama la storia nuda e cruda, questo libro è stato un po' pesante. Ne riconosco il valore ma sinceramente preferisco un romanzo, e quindi in alcuni punti ho un po' saltato da una frase all'altra (soprattutto nell'ultimo racconto dove la storia è decisamente preponderante).
Molto interessanti alcune riflessioni, soprattutto nel primo racconto, sulla guerra.
"Nessuno di noi l'ha cominciata questa guerra: nè noi georgiani, nè gli abcasi, e chi la fomenta, ora, finge di essere in missione di pace, 'fanculo i russi e 'fanculo anche Shevardnaze!" (Assassino)
"In che misera condizione ci hanno messo quei fetenti... Tale da farci invidiare persino i morti!" (Assassino)
"Dove vado? Nessuno mi vuole, nè in quella sponda dell'Enguri nè in questa, dove diavolo vado? A chi appartengo? Chi mi darà rifugio? Perchè ho combattuto in guerra e ho ammazzato la gente?" (Assassino)
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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