giovedì 13 gennaio 2022

La versione di Barney - Mordecai Richler


Titolo originale: Barney's version (1997)

Approdato a una tarda, linguacciuta, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall'accusa di omicidio e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico Terry McIver. Così, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo, Barney ripercorre la vita allegramente dissipata e profondamente scorretta che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada, a trasformare le idee rastrellate nella giovinezza in "sitcom" decisamente popolari e altrettanto redditizie. (goodreads)

Comincio l'anno leggendo il libro che abbiamo scelto per il prossimo gruppo di lettura. Ammetto che non è fra quelli che avrei scelto, ma vince la maggioranza.
Questo è uno di quei libri faticosissimi, che avrei voluto interrompere più volte, e che si riscatta nelle ultime circa cento pagine, con un incredibile colpo di scena che non avrei mai e poi mai immaginato. Ma caspita, i primi due terzi sono veramente ostici, e non perchè il libro sia scritto male, anzi, è una bella scrittura, anche piena di ironia, ma il problema è che c'è davvero troppo. Troppe persone, troppe chiacchiere inutili, parte da un argomento e poi si allarga a duemila altre cose. Barney stesso dice di non essere uno scrittore e che decide lui come scrivere le sue memorie, oltre al fatto che si palesa un evidente problema di sanità mentale che gli fa dimenticare addirittura cosa sia un mestolo (chiamando il figlio alle sei del mattino per chiederglielo).
Ad un certo punto, Barney entra in possesso del diario di Terry (il suo arcinemico) e ci troviamo a leggere anche quello che ha scritto quest'ultimo. Noioso. Anche se ammetto che è utile per inquadrare quanto sia gretto. 
Parti che avrei tagliato: le partite di hockey, le lettere assurde che riceve, gli sproloqui della seconda moglie al telefono con la madre. Ammetto che in queste parti ho saltato un po' da paragrafo a paragrafo.
Il libro è diviso in tre grandi parti, ciascuno intestato ad una delle tre mogli di Barney. In realtà, la divisione è abbastanza fittizia, nel senso che comunque, ovunque, è la figura di Miriam che salta ricorrentemente fuori. Miriam è l'amore della sua vita, conosciuta alla cerimonia del suo matrimonio con la seconda signora Panofsky (che viene sempre chiamata in questo modo). 
Barney Panofsky è volgare, ubriacone, decisamente spaccone e manesco. Nella sua vita nulla è andato come sperava: tre divorzi alle spalle, un lavoro non amato ma di successo e l’accusa di omicidio di Boogie, suo migliore amico, il quale fa perdere le sue tracce dopo un’accesa discussione con lui. Questo libro è una risposta contro queste accuse (la sua versione, appunto), raccontate nel libro di Terry McIver “Il tempo, le febbri”, che parla della morte di Boogie addossando tutta la colpa a Barney, sul quale sbadila un bel po' di letame.
Tutta la vita di Barney è stata costellata di persone e situazioni bizzarre e meschine. Forse il messaggio che traspare è che non sempre le cose sono univoche, sono definibili in un solo modo, ma spesso variano a seconda di chi parla e di chi ascolta. Barney è il personaggio sgradevole ma è anche colui che quando un amico è in difficoltà economica, stacca un assegno senza pensarci due volte. E' quello che quando Boogie torna da lui, gli fa spazio in casa propria. E' quello che per paura di perdere la felicità della vita con Miriam, riesce a distruggere tutto facendo tutto da solo. Probabilmente è un personaggio che o si ama o si odia. Però non saprei dirvi da quale delle due parti sto io.
Ho dovuto ampiamente passare la metà per apprezzare di più il personaggio. 

"Finché gli è rimasto un minimo di lucidità, Barney Panofsky ha mantenuto fede alle proprie convinzioni. E cioè che la vita è assurda, e che nessuno di noi, in pratica, capisce gli altri."

Nel capitolo finale, viene spiegato che Barney lascia al figlio maggiore, con cui è sempre stato in conflitto, il compito di leggere e pubblicare il libro, vietandogli di modificare qualsiasi cosa e dandogli solo la facoltà di aggiungere delle note laddove abbia scritto delle enormi castronerie storiche.
L'ultimo capitolo è probabilmente quello che mi è piaciuto di più, anche perchè viene finalmente svelata la risposta alla domanda che tiene banco per tutto il libro: l'ha davvero ucciso lui Boogie oppure no?
Nel giudicare il libro, non posso però dimenticare che troppe pagine sono state noiose e pesanti. Forse tagliandone un bel po' potrei dargli un voto molto più alto.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Nessun commento:

Posta un commento