01 luglio 2024. Addio a Ismail Kadare. Aveva 88 anni ed è stato il più importante scrittore albanese del Novecento.
Da tempo candidato al Premio Nobel della Letteratura, i suoi romanzi hanno esplorato i temi legati alla storia albanese e alla vita sotto il feroce regime comunista, facendosi alfiere della tolleranza religiosa. Dal 1970 al 1982 Kadare era stato membro dell'Assemblea del Popolo durante la dittatura di Enver Hoxha (1908-1985) e vicepresidente del Fronte democratico dell'Albania. Ma in seguito, per ripetuti contrasti e censure, fu costretto a fuggire in Francia, dove ottenne l'asilo politico nel 1990 e dove era conosciuto come Ismail Kadarè.
Inizialmente si dedicò alla poesia. Il suo primo romanzo, "Il generale dell'armata morta" (pubblicato in Albania nel 1963 e nel 1982 in italiano da Longanesi) portò Kadare alla notorietà, rendendolo immediatamente uno dei rari scrittori albanesi conosciuti a livello internazionale. Ambientato vent'anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il libro narra la storia di un generale e un cappellano dell'esercito italiano che vengono incaricati di ritrovare i resti dei soldati italiani caduti in Albania. Il romanzo è diventato un film nel 1983, diretto da Luciano Tovoli con Marcello Mastroianni nei panni del generale Ariosto e Michel Piccoli nelle vesti di padre Benetandi.
Nei romanzi successivi, Kadare ha rielaborato storie e leggende dell'Albania e ha usato allegorie politiche per criticare il regime comunista.
Tra i suoi titoli: "I tamburi della pioggia", "L'inverno della grande solitudine", "L'emblema di un tempo", "Aprile spezzato", "Il palazzo dei sogni", "L'occhio del tiranno", "La fuga del migrante", "Freddi fiori d'aprile".
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