sabato 20 luglio 2024

Bolero nella villa dei vecchi - Fatos Kongoli


Titolo originale: Bolero ne vilen e pleqve (2009)

Parashqevi lavora come infermiera in un ospedale di Tirana. La sua è l’esistenza triste e solitaria di una donna che si considera inclusa nella categoria delle bruttine. Dalla sua vita grigia e segnata da un passato pieno di eventi tragici (sullo sfondo dei moti del 1997 in Albania), non si aspetta ormai grandi cose. Per questo motivo, quando un giorno il suo capo le presenta un uomo ricco e influente alla ricerca di una persona di fiducia che si occupi degli anziani genitori, lei accetta. Da quel momento, e per quattro lunghi anni, vivrà nella villa dei vecchi, in una sorta di universo chiuso che rappresenta una dimensione altra rispetto al mondo esterno. Qui, nella casa del signor Irfan e della signora Firdus, a scandire il tempo ci sono i battibecchi fra i due anziani coniugi, le loro stranezze e le lettere che si scambiano per comunicare da un piano all’altro, lettere che scompaiono senza lasciare traccia. Misteriose come la musica del Bolero di Ravel, un altro tassello del linguaggio segreto e spesso indecifrabile che caratterizza il legame fra i due vecchi. (goodreads)

Avevo adocchiato questo libro qualche anno fa, mentre cercavo libri ambientati in Albania. Finalmente sono riuscita a trovarlo in biblioteca (ce ne sono pochissime copie). Mi aveva intrigato molto la trama, ma devo ammettere che dentro c'è tanto.

“A casa ho cominciato a pensarci su con più calma. ma perchè avevano scelto proprio me?”

“Scema" mi sono detta "com'è che non lo capisci? Sei un essere al grado zero dello sviluppo mentale, ecco perchè ti hanno scelta. Altrimenti, se quel lavoro fosse stato ambito da altri, non ti avrebbero presa in considerazione”


"L'offerta mi era stata fatta in un momento di vuoto interiore. Mi sentivo cullata tra le braccia di una malattia che in me si manifesta sotto forma di un dilemma ciclico: la vita vale la pena di essere vissuta? Si tratta di una vecchia malattia che risale all'epoca in cui leggevo molto, quando finii per includermi nella categoria delle ragazze brutte. In quel periodo non avevo esperienza, a parte lo scontento di essere brutta. Di sicuro, questo non ha a che fare con l'esperienza. Questo è niente se paragonato al momento in cui, dopo aver accumulato una certa esperienza, fatta di delusioni, si scopre l'assurdità della propria esistenza. Questo non ha niente a che vedere con la bruttezza nè con la bellezza. E' semplicemente il sentirsi delusi da se stessi. Ha un senso il numero crescente di donne albanesi che si suicidano a causa del loro grave stato depressivo"


Innanzitutto, ovviamente ci sono questi due anziani personaggi, marito e moglie, che vivono quasi da separati in casa e si parlano attraverso lettere, lunghissime quelle che scrive lui, molto brevi le risposte di lei. Lettere che nessuno sa dove finiscono perchè non si trovano da nessuna parte. Una coppia un po' "fumantina", dove i due spesso litigano e smettono di scriversi, per poi ricominciare. Sempre così di continuo. 
Parashqevi è una donna con un forte odio per il proprio aspetto fisico e con un passato pesante che viene assunta per badare ai due vecchi. Lei non è molto convinta, ma ha una istintiva attrazione nei confronti della seconda nuora dei vecchi, e accetta. In realtà le occasioni di incontrare Dirina saranno poche, ma Parashqevi è tormentata nel profondo da quello che le smuove dentro questa donna.
Nel corso della seconda parte scopriamo anche cosa è successo a Parashqevi. Una sera al lavoro sei uomini incappucciati l'hanno portata via durante il turno di lavoro, l'hanno portata fuori dal paese e l'hanno brutalmente violentata. Probabilmente come rappresaglia da parte del fratello della ragazza di cui era innamorata.


"Sono nata in una città costiera. (....)Dirò che è una città portuale dove non metto piede da molti anni, da quando me ne sono andata e non ho più rivisto nè il mare nè le strade nè gli abitanti.  Non ho nessuna voglia di rivederli.
Quelli che non voglio rivedere appartengono a una categoria di persone oscure, che tingono tutta la città con il loro nero. Come un vaso pieno di acqua limpida che diventa nero se vi si versano dentro alcune gocce d'inchiostro di china. Sono nere come gocce d'inchiostro di china. Non riesco a immaginare la mia città diversamente da un vaso pieno d'acqua in cui siano state versate gocce d'inchiostro di china che hanno tinto di nero ogni cosa. Il nero è il colore della morte. La mia città mi ricorda la morte. Lì ci sono le tombe dei miei genitori e dei miei fratelli - che, come la città con il suo mare, le sue strade e e i suoi abitanti, da molti anni non sono tornata a rivedere. Solo mia madre si è spenta nel suo letto per un cancro al seno. Mio padre e i miei fratelli non sono morti di malattia. Sono stati uccisi. Prima mio padre, poi i miei due fratelli."


Le faide familiari sono una cosa risaputa in quell'Albania. Le due persone che la trovano ferita in mezzo alla strada la portano all'ospedale di nascosto e le dicono che la miglior riconoscenza è che lei non dica mai che sono stati loro ad aiutarla. Anche in ospedale tutti capiscono subito cosa è successo, ma nessuno può dire niente per paura di ritorsioni.
L'omosessualità è una vergogna, così come poi sarà una vergogna il fatto che ad un certo punto Parashqevi rimarrà da sola con Irfan nella villa, dopo che è morta la moglie, dovendo sopportare le malelingue pettegole del paese che non reputano consono che una donna viva da sola con un uomo con cui non è sposata. 

Il libro si sviluppa su due parti. La scrittura si legge bene. Le tematiche sono davvero ampie. Il libro è ambientato in un periodo in cui in Albania regnavano caos ed anarchia, con scontri armati anche tra i civili. E' un libro interessante, dove ci sono tante cose, tanti argomenti. Anche il fatto che Parashqevi sia costantemente in contrasto con la sua faccia mentre la guarda allo specchio, l'essersi convinta di essere irrimediabilmente brutta e non meritevole di alcun affetto, il sentirsi sempre come un sacco di spazzatura. Ci sono anche alcune pagine di "realismo magico", in cui Parashqevi vede in sogno la signora Firdus (da viva e da morta). E' un libro intenso.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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