sabato 13 luglio 2024

Triste tigre - Neige Sinno


Titolo originale: Triste tigre (2023)

Doveva avere sette anni, forse nove, non lo ricorda con esattezza Neige quando il suo patrigno ha cominciato ad abusare di lei. A parte il momento esatto in cui tutto ha avuto inizio (il trauma ha alterato per sempre la cronologia dei fatti), i ricordi sono perfettamente incisi nella mente e nel corpo della donna che Neige è diventata. La decisione a diciannove anni di rompere il silenzio, la denuncia, il processo pubblico, il carcere per lo stupratore, la vita nuova molto lontano dalla Francia. E quella donna si è interrogata a lungo se scrivere il libro che stringete tra le mani, perché trovava solo motivi per non farlo. Fino al giorno in cui il passato l’ha raggiunta e l’impossibilità di scrivere è diventata impossibilità di non scrivere. Questa che leggerete non è «soltanto» la storia di una bambina che è stata violentata per anni da un adulto; è la ricerca pervicace degli strumenti per dire di quell’altro luogo, il paese delle tenebre dove vivono tutti quelli come Neige; è il rifiuto netto della retorica delle vittime (nessuna resilienza, nessun oblio, nessun perdono); è la necessità di trovare semplici parole precise che dichiarino l’irreparabilità del danno; è l’urgenza di rendere testimonianza, sì, ma collettiva. Perché l’abuso si consuma in una dimensione separata di omertà e solitudine, una dimensione che è fisicamente la stessa in cui si svolge il resto della vita, ma che si sovrappone come un doppio di intollerabile nitore. Triste tigre è il viaggio in questa dimensione, è il dialogo necessario con i grandi della letteratura che questa dimensione l’hanno interrogata, e che hanno fornito all’autrice gli strumenti per tutto questo. Un libro, che usa la scrittura come un martello, attraversato da una domanda: colui che ha creato l’agnello ha creato anche la tigre? (goodreads)

Ammetto che in un primo momento non volevo leggere questo libro. Avevo paura di quello che mi poteva dire. Certi libri vanno letti nel momento in cui si è predisposti. Poi ha vinto il Premio Strega europeo e ho cominciato a sentirne parlare e dopo alcuni libri più soft ho sentito la necessità di leggerlo subito o non l'avrei più fatto. 
Devo dire che ci ho messo più di una settimana a terminarlo. Ho centellinato un po' le pagine perchè lei scrive molto bene ma ciò di cui parla aveva bisogno di sedimentare un attimo.
Neige Sinno non parla solo di quello che ha subito lei, e soprattutto non ne parla in modo lineare e cronologico. Ciò che è successo a lei viene inframezzato da parti quasi "saggistiche" di confronto con altre situazioni di abusi, da parti riflessive sul perchè al carnefice può venire in mente di fare una cosa simile, sul perchè chi viene abusato non parla subito, e altri interrogativi del genere. Spesso in queste storie il carnefice è uno che a sua volta ha subito violenze da bambino; ma questo giustifica che si debba vendicare su qualcun altro più debole? Perchè le giurie trovano che la violenza subita dal carnefice lo renda anche vittima e quindi da giudicare con meno rigore? Perchè la madre di Neige, una volta che la ragazza ha parlato, continua a vivere accanto a lui, non riuscendo ad andarsene, completamente soggiogata da lui nonostante egli stesso abbia confermato che è successo? 
E' un libro che offre tantissimi spunti di riflessione. Anche il fatto che quando una vittima decide di parlare sa che distruggerà la sua famiglia, verrà anche malvista dal suo paese. Vale davvero ancora la regola che i panni sporchi si lavano in famiglia, quando ormai il fenomeno è diventato fin troppo collettivo?
In questo libro, oltre a cercare di immaginare il dolore che ha provato la scrittrice (e che non passerà mai, rimarrà sempre un ricordo latente che salta fuori quando vuole), mi pare che il libro, soprattutto nelle pagine finali, sia quasi un inno al fatto che non possiamo sfuggire al male o dimenticarlo, ma possiamo decidere di non caderci dentro.
Unica pecca che ho trovato: in alcuni momenti credo che l'autrice si sia davvero allargata tanto, citando troppi brani ed episodi da opere letterarie (che però sono finzione e non biografie). Credo ci avrebbe guadagnato con alcuni riferimenti in meno.
Comunque un bel libro, potente, da leggere quando ci si sente predisposti ad un argomento simile. Un interessante mix di biografia e parti più da saggio.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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