Titolo in inglese: Silence of the grave
Sulla collina di Grafarholt, alle porte di Reykjavík, viene rinvenuto un misterioso scheletro, una mano che spunta dal terreno in un'ultima, disperata richiesta d'aiuto. A chi appartiene quella mano? Il commissario Erlendur e colleghi, con l'aiuto di una squadra di archeologi, si mettono al lavoro per estrarre i resti, ma le indagini procedono a rilento e sembrano non portare a nulla di concreto. Le piste che conducono alla collina sono numerose e si perdono nel passato, negli anni ormai lontani della seconda guerra mondiale, quando lassù sulla collina, accanto ai cespugli di ribes, sorgeva una casa e abitava una famiglia. Lassù oggi non c'è più nulla. Ma una donna continua ad aggirarsi lì attorno. Vestita di verde. Storta. È lei che bisogna cercare... (goodreads)
La storia procede su due piani temporali. C'è il presente, in cui viene ritrovato lo scheletro (riesumato con molta molta calma dagli archeologi) e dove c'è anche la storia di Eva Lind, figlia di Erlendur, che finisce all'ospedale in coma. Poi c'è il passato, dove viene narrata la storia della famiglia che viveva nella casa in collina. Una famiglia con un padre violento, una madre che ha provato a scappare due volte e poi non ci ha più provato convincendosi quasi di meritare le percosse, e tre figli di cui la prima, la femmina, parzialmente disabile e figlia di un altro uomo. Una storia molto triste, con un padre che sembrava un uomo meraviglioso e invece si trasforma in un aguzzino. Questo sullo sfondo della seconda guerra mondiale, nel momento in cui in Islanda ci sono i soldati inglesi e poi americani a presidiare la zona.
Come sempre, nei libri di Indridason, ci sono tante storie ulteriori alle principali che creano un po' di confusione, suppongo che lui le usi un po' per depistare il lettore, come per esempio succede con la storia di Benjamin e della sua fidanzata che scompare.
In questo libro abbiamo anche molto della storia personale di Erlendur e del difficile rapporto che ha con la ex moglie che per anni gli ha parlato dietro attribuendogli ogni colpa del mondo, con ripercussioni sui figli. Abbiamo anche qualche informazione su Sigurdur Oli e la sua donna, mentre Elinborg rimane più in secondo piano.
Il libro si legge bene, scorrevole, si legge in fretta con la voglia di scoprire di chi sia quello scheletro. Ha un po' troppi elementi inutili, a mio parere.
Mio voto: 7 e mezzo / 10