Titolo originale: A hundred pieces of me (2014)
Una lettera scritta dall'unico uomo che abbia sempre amato. Una copia di "Piccole donne", il suo libro preferito quand'era bambina. Un vaso di vetro, che riflette la luce anche nelle buie giornate d'autunno. Le mani di Gina si soffermano con tocchi delicati sugli oggetti che fanno capolino dagli scatoloni. Accanto a lei Buzz: due dolci occhi marroni, una coda che sembra non voler mai stare ferma, quattro zampe che mettono confusione e allegria ovunque. Seduta nella sua nuova casa, Gina sente un timido sorriso affiorarle alle labbra. È il primo giorno della sua nuova vita. Dopo il fallimento del matrimonio con Stuart, Gina ha deciso di non voltarsi indietro e di guardare al futuro. Ha lasciato il marito, cambiato casa e deciso di mettere in vendita o dare in beneficenza tutti gli oggetti della sua vita precedente. Proprio così, cercando di disfarsi di una bicicletta, un po' per fortuna un po' per caso, ha trovato Buzz. E Buzz ha trovato lei. Un nuovo amico che, giorno dopo giorno, riesce a riempire il vuoto che si era creato nella sua vita. Che riesce a farle capire quanto siano preziose le piccole cose che la circondano. E quando il suo lavoro di restauratrice le offre l'occasione che da sempre aspettava, Gina trova finalmente il coraggio di aprire il suo cuore alla speranza e, forse, anche all'amore. Ma se è vero che i desideri si esprimono solo a occhi chiusi, le servirà tutto il fiuto di Buzz per orientarsi tra i mille imprevisti della sua nuova vita. (ibs)
Parto dal titolo. Non capisco perchè in italiano sia stato tradotto in questo modo, quando il vero titolo sarebbe (circa) "cento pezzi di me", che sarebbe molto più adatto a quanto poi trova svolgimento nel libro. Infatti, i cento pezzi richiamano sia l'iniziale impresa di Gina di salvare solo cento oggetti tra tutti quelli che si è resa conto di aver accumulato negli anni, sia il fatto che ad un certo punto Nick le suggerisce, invece, di scattare cento immagini di cose che la rendono felice. Quindi i desideri non c'entrano nulla, ma proprio nulla.
Le "zampe che mettono confusione", anche quelle non ci sono, perchè Buzz è un timidissimo levriero, abbandonato più volte, probabilmente maltrattato perchè non sapeva correre, e in casa fa di tutto per rannicchiarsi e rendersi invisibile, altro che creare confusione.
Ultima critica che faccio alla casa editrice: bellissima la copertina, è ovviamente una delle cose che mi ha attirato, ma perchè MAI nel libro si parla di un levriero e in copertina mi mettete un bassotto? (o comunque non un levriero...) Mah.
Dette queste tre cose, amo i libri di Lucy Dillon ma questo mi mette in difficoltà. E' un libro che non ha la leggerezza degli altri che ho letto finora, ha molte cose dentro e procede molto molto lentamente (il levriero salta fuori a metà libro, per esempio).
Ogni capitolo parte con la descrizione di un oggetto che Gina tira fuori da uno scatolone e che le ricorda qualcosa. Quindi la prima parte del capitolo è un flashback nel passato di Gina, da quando andava a scuola, a quando ha incontrato Kit (il suo grande amore), a quando ha incontrato Stuart, poi ritorna a Kit per spiegare finalmente cosa è successo che li ha fatti separare. Nella seconda parte del capitolo c'è la storia attuale di Gina e di come si rende conto che Stuart non è il marito che avrebbe voluto; lui è stato una roccia nel periodo in cui lei ha lottato contro il cancro, ma il matrimonio si è lentamente logorato, finchè lui ha trovato una donna più giovane. Ma la verità è che Gina ha sempre pensato ad un altro, era un matrimonio (affrettato per via del cancro) che si trascinava da tempo. Nella nuova casa decide di diventare una persona nuova, che non accumula soprammobili o ricordi di viaggio ma che vuole rimanere essenziale. Un viaggio nei ricordi che compie svuotando gli scatoloni. Contemporaneamente, il lavoro le porta una nuova sfida, che è quella di restaurare la villa dei suoi sogni.
L'entrata in scena del levriero è molto triste. Il cane probabilmente era stato destinato alle corse ma si era rivelato scarso, quindi se ne sono disfatti. E' stato abbandonato da Gina in cambio di una bicicletta. E' un cane che ha paura degli uomini e che fa di tutto per non dare fastidio a Gina, finchè ovviamente ad un certo punto lei riuscirà a conquistare la sua fiducia e decide di adottarlo (con grande gioia di Rachel, che è sempre quella del rifugio degli altri libri).
Forse mi aspettavo un finale diverso. Al di là che pensavo fosse un libro più leggero, più basato sul rapporto tra lei e il cane, mentre qui il cane è molto in sottofondo mentre è tutta la sofferenza di lei che viene sviluppata, quando sono arrivata alle ultime pagine, non me lo aspettavo. Mi è anche parso un po' frettoloso come vengono sistemate alcune vicende (Nick, la madre, il padre, l'incidente).
Un libro gradevole, forse tirato un po' per le lunghe, che comunque si legge bene perchè lei scrive bene. Però, boh, mi lascia un sentimento strano addosso.
Mio voto: 7 / 10