Titolo originale: La nuit des béguines (2017)
Parigi, 1310. Nel quartiere chiamato il Marais, sorge un’istituzione unica in Francia: il grande beghinaggio. Fondato da Luigi ix, l’edificio ospita una comunità di donne inclassificabili, sfuggenti a qualunque definizione: sono le beghine che hanno scelto la vita monastica ma senza i voti. Il claustro dove lavorano, studiano e vivono affrancate dall’autorità degli uomini, è un’oasi all’interno della città, un’isola ben protetta dal mondo esterno. In un freddo mattino di gennaio la vecchia Ysabel, che da anni veglia sulla pace del luogo, sta svolgendo i consueti preparativi per l’Officio quando ode un grido proveniente dalla strada. Addossata contro il vano dell’entrata all’esterno, appare una figura coperta da una mantellina sudicia, il volto nascosto sotto un cappuccio. Maheut, questo il nome della ragazza, è in fuga da un matrimonio impostole con la violenza. Sfinita, malata e inseguita da un sinistro frate francescano, ha bussato alle porte del beghinaggio in cerca di protezione. Ysabel non esita ad accoglierla, benché l’inquietudine serpeggi tra le beghine nell’istante in cui il laccio che lega i capelli di Maheut si scioglie e, davanti ai loro occhi sgomenti, srotola una gran massa di capelli rossi. Rossi come i capelli di Giuda e Caino. Rossi come le fiamme dell’inferno che bruciano senza far luce. L’ombra di tempi bui sta, del resto, per abbattersi sul cielo di Parigi. Il processo ai Templari, accusati dei crimini più nefandi, accende l’animo di molti in città, e lo spettro dell’eresia e della stregoneria si aggira nel Regno a seguito dell’arresto di una beghina proveniente da Valenciennes, Marguerite Porete, colpevole di aver scritto un libro, Lo specchio delle anime semplici, in cui si prende la libertà di criticare chierici e teologi. Abbandonare al suo destino Maheut, quella giovane dallo sguardo aspro come smeraldo grezzo, o combattere e difenderla per difendere, insieme, la propria indipendenza e libertà? Questo è il dilemma che agita le coscienze e turba la pace nel grande beghinaggio del Marais. Intrecciando i momenti salienti del regno di Filippo il Bello e il destino di personaggi reali e immaginari, Aline Kiner ci conduce, con una prosa di rara eleganza, in un momento cruciale della Storia, in cui eroine solidali e sovversive non esitano a fare propria la battaglia contro l’oscurantismo e per la libertà delle donne. (ibs.it)
Ho letto questo libro per l'incontro del gruppo di lettura. E' un interessante romanzo storico che parla delle beghine, donne che non sono nè suore nè spose, che decidono di dedicare la propria vita a Dio senza prendere il velo nè, eventualmente, risposarsi. Donne che in questo modo acquistano una libertà che viene mal vista soprattutto dalla chiesa più integerrima (anche se per alcune decisioni devono comunque sottostare al controllo dei frati).
Il romanzo intreccia abilmente finzione a realtà. Ad un certo punto mi sono chiesta, infatti, se Marguerite Porete fosse realmente esistita, ed è così, fu davvero messa al rogo per aver scritto questo libro considerato eretico.
Siamo nel 1310, a Parigi, nel regno di Filippo il bello, il quale vede eresie ovunque. Sotto di lui, anche l'ordine del templari vede la propria fine. I beghinaggi erano luoghi di pace per le donne, in cui potevano vivere per pregare e stare al riparo dai tumulti esterni, al tempo stesso aiutando la popolazione (per esempio, le donne malate venivano accolte nell'ospedale del beghinaggio per essere curate).
L’anziana Ysabel, la cui nonna Leonor era una guaritrice, si occupa dell’ospedale. Crea rimedi, unguenti e decotti con le erbe. Sarà proprio Ysabel ad accogliere Maheut, una ragazzina picchiata e violentata che si presenta al beghinaggio in cerca d’aiuto per scappare dal marito violento. Ma la ragazza ha dei fluenti capelli rossi, considerati i capelli del demonio e questo crea alcuni pregiudizi all'interno del beghinaggio.
Nel frattempo, la beghina Marguerite Porete, continua a non voler chiedere scusa per il suo libro e l'Inquisizione decide di mandarla al rogo (in realtà, la scena di apertura del libro è proprio questa del rogo). Un giovane frate, Humbert, cerca di salvare l’opera della donna per accontentare il suo vecchio maestro, grande amico di Marguerite. Il maestro lo incarica anche di trovare la figlia di una discepola di Marguerite Porete: una certa Maheut la rossa. E così le vicende si intrecciano.
Maheut guarita viene temporaneamente affidata ad Ade, una taciturna vedova bellissima di nobili origini, estremamente colta che non prende subito in simpatia la ragazza. Oltretutto, si scopre che Maheaut è incinta e lei non vuole quel bambino. Ma Ysabel non le dà scelta e la gravidanza arriva a termine. Nascerà una bimba, che verrà chiamata Leonor, che Maheut praticamente non degna di uno sguardo, mentre entrambe, per meglio nasconderle, vengono affidate alle cure di una beghina che ha un negozio di seta, ex compagna di stanza di Ysabel.
Anche Humbert ad un certo punto arriva al beghinaggio e scopre Maheut, e per lasciarla libera stringe una promessa con Ade, la quale accetta di tradurre in latino il libro di Marguerite Porete, nonostante il rischio di essere accusata di eresia.
Mi sono dilungata molto sulla trama, ma il libro è veramente molto ricco. Gli argomenti che tratta sono molti. In primis, sicuramente la condizione delle donne nel Medioevo, il rischio di essere considerate eretiche anche solo per il desiderio di non voler essere protette da un uomo, magari violento. Il pregiudizio per ciò che è diverso. Ysabel stessa rischia di essere considerata una strega perchè conosce l'uso delle erbe, peraltro sono molto belle alcune descrizioni che fa lei delle piante.
Ade soffre perchè non è mai potuta diventare madre, e trova in Leonor la figlia che non ha mai avuto. Maheut, che non riesce a sentirsi madre, riesce però a scoprire che non tutti gli uomini sono come suo marito e che può innamorarsi. Poi c'è anche Agnes, la "collaboratrice" di Ysabel che pensa di poter prendere il suo posto, senza avere spirito di osservazione nè una reale cultura in tema di piante. E ancora Clemens, aiutante di Ade, che rode di gelosia quando Humbert e Ade cominciano a tradurre il manoscritto e la lasciano in disparte. Un gruppo di donne in cui troviamo collaborazione, aiuto reciproco ma anche invidia e ripicche. Il libro presenta anche diverse descrizioni molto intime, molto "calde" che però non cadono nel volgare.
Ciò che mi ha creato un po' di fatica nella lettura è stata la tanta storia citata nel libro. Quelle parti sono trattate un po' con distacco, come se fossero un saggio, mentre in altre parti troviamo delle descrizioni minuziosamente anche troppo ricamate. Forse un po' frettoloso nel finale.
Nel complesso, una lettura molto interessante. Scrittura tutto sommato scorrevole.
Mio voto: 7 e mezzo / 10