Titolo originale: La portalettere (2023)
Salento, giugno 1934. A Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime, una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta?
Persino a trent’anni da quel giorno, Anna rimarrà per tutti «la forestiera», quella venuta dal Nord, quella diversa, che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa. E Anna, fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista.
Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno.
E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello.
Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe.
Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna. (goodreads)
ATTENZIONE: contiene spoiler.
Ho scelto questo per la categoria bestseller, ovviamente in Italia.
Da quello che ho capito, la figura della portalettere è esistita davvero.
Nonostante sia un libro non corto, la scrittura è scorrevole, si legge bene e si legge volentieri.
Non ho amato particolarmente il fatto che il romanzo inizia col funerale di Anna, e le signore che vanno a fare le condoglianze. Non tanto perchè mi svela il fatto che sia morta, ma perchè mi butta lì tanti personaggi e dubbi che mi rimangono in ballo per tutto il resto del libro, non creandomi particolare suspance.
La figura di Anna è una figura brillante, moderna, una "classica" donna del nord che si trova trapiantata al sud per amore, dove le donne non sono così libere come è lei. Già il fatto di fare domanda per un lavoro tipicamente maschile la fa mettere al centro di chiacchiere. E non sarà l'unica cosa per cui diventerà oggetto di chiacchiere. Perchè Anna è atea, Anna fa amicizia con quella che è considerata la pazza del paese, Anna è la prima donna a portare un paio di pantaloni, a pensare che il corpo è suo e di nessun altro. Tutte idee che le donne del sud non possono neanche lontanamente pensare.
Nel romanzo Anna è sposata con Carlo, legatissimo a suo fratello Antonio che si è innamorato di Anna appena l'ha vista. Ma no, non aspettatevi tresche tra Anna e Antonio, il sentimento che c'è tra loro permea potentemente le loro vite ma non finirà in niente di sordido.
La prima parte del libro finisce che viene festeggiato l'ultimo Natale prima della guerra, nella seconda parte siamo al momento in cui alla radio viene dato l'annuncio che la guerra è finita. Chiaramente viene fatto un po' il conto dei morti, dei ragazzi partiti per la guerra e mai tornati, ma della guerra non si dice altro (per fortuna). E comunque la storia è già abbastanza complessa così, ci sono già tante cose. C'è la storia di Giovanna che ha una storia con un prete sadico. C'è la storia di due cugini che non sanno di essere cugini e si amano alla follia. C'è la storia della moglie di Antonio, che non capisce perchè lui corre sempre quando chiama la cognata. C'è la storia di Carmela, che avrebbe dovuto sposare Carlo prima che lui si innamorasse di Anna. C'è la storia di un padre che non sa di avere un altro figlio e di un figlio che non capisce perchè suo padre soccombe sempre a sua madre. Tante storie che si intrecciano abbastanza armoniosamente nell'insieme, in una società che si evolve.
Sinceramente mi ha messo molta tristezza l'ultima parte, in cui Anna e Antonio litigano furentemente. Molto commovente e potente la lettera che lei gli fa consegnare dopo morta. Sono molto indecisa sul voto. Potrei dare un mezzo punto in più... ma sono in dubbio
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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