Titolo originale: Blomsterdalen (2020)
Primo romanzo groenlandese a vincere il Premio del Consiglio Nordico, un'opera di potente poesia che va dritto al cuore del dibattito odierno sull'identità e dà voce ai giovani inuit del XXI secolo.
Vive a Nuuk, la capitale della Groenlandia, è giovane e ribelle, ha una ragazza che la ama e un futuro che l’attende in Danimarca, dove sta per iniziare l’università. Eppure si sente troppo grossa, troppo scura, troppo diversa dai compagni di studio, e mentre tutti a casa credono che stia spiccando il volo verso la desiderata libertà, lei sprofonda in un disagio che in realtà ha sempre avvertito, un senso di inadeguatezza e vertiginosa solitudine, un bisogno bruciante di amore unito a una paura di deludere e di donarsi con cui finisce per far male agli altri quanto a se stessa. Un malessere che da bambina la portava a nascondersi sul Monte Corvo, nella tana di uno «spirito della montagna», e che prende il sopravvento quando un lutto la conduce nella natura maestosa della Groenlandia orientale, fino a una valle di fiori di plastica, piena di croci anonime e dimenticate. Così finiscono i tanti giovani inuit che ogni anno si tolgono la vita, nel silenzio del sistema e delle loro stesse famiglie – un tabù di cui nessuno vuole parlare. Inesorabile come una bomba a orologeria, La Valle dei Fiori racconta in presa diretta, attraverso la voce cruda, fresca, ironica, ma sempre più concitata e furente della protagonista, il tracollo psicofisico di una ragazza che sente il mondo chiudersi su di lei finché non riesce più a stare nel proprio corpo. Un racconto di una schiettezza feroce che si fa potente poesia, urgente e autentico quanto difficile da dimenticare, un romanzo che va dritto al cuore dell’odierno dibattito sull’identità dando voce ai groenlandesi del XXI secolo, cresciuti in una società di matrice coloniale e smarriti ai margini dell’Occidente globalizzato. (goodreads)
Scorrevole, scrittura piuttosto rude, anche sboccata a volte.
Il libro è un lungo conto alla rovescia, dove ogni numero è relativo ad una persona che si è suicidata ma non c'entra con quello che dirà poi nel capitolo (almeno fino a quando il suicida citato non è la cugina di Maalina). Ci sono poi tre parti: "loro", "tu" ed "io".
Il vero protagonista del libro è il suicidio, talmente diffuso in Groenlandia che viene visto quasi con fatalità ("ha scelto così, ora è in pace").
La protagonista ha un enorme tormento interiore, legato al fatto che non riesce a stare dentro alla sua vita. il collegamento col corpo non è più di tanto influente, secondo me, in quanto una sola volta lei dice di sentirsi "grassa in mezzo a quelle persone snelle, ma loro mi guardano amichevolmente".
Una delle cose che mi ha colpito, è il fatto che i Groenlandesi, pur essendo parte della Danimarca, vengono comunque visti come stranieri, al punto che all'università si stupiscono che lei parli correttamente danese.
Lei, di cui non si sa il nome, vive in una famiglia abbastanza anaffettiva (soprattutto la madre), pronta costantemente a giudicare. Tuttavia, appena lei fa coming out parlando di Maalina, la famiglia è incredibilmente fiera di lei. Il paradosso è che, nel momento in cui le cose comincino ad andare bene (a scuola, con Maalina, ecc) lei ha un crollo ed arriva a tradire Maalina e a rovinare tutto quello che stava costruendo di buono.
La terza parte del libro è abbastanza delirante. Maalina sul momento accetta il tradimento e decide di passarci sopra, ma lei insiste sostenendo che la ama ma non può stare con lei. Inizia una parabola discendente ed autodistruttiva, durante la quale ha al suo fianco (come amica) una donna con un tumore in testa che praticamente le dà una mano a scendere sempre più nel baratro. La ragazza capisce di aver bisogno di aiuto e lo chiede sia ai medici sia alla polizia. Purtroppo però troppa gente ha bisogno di aiuto e il servizio psicologico è scarso.
La fine è chiara fin dall'inizio. La cosa che potrebbe sembrare strana, è che si suicida proprio nel giorno più luminoso dell'anno (e non in quello più buio come saremmo portati a pensare..). Il suo desiderio è di essere sepolta nella valle dei fiori, una località in cui sulle tombe vengono deposti fiori di plastica e dove non sono indicati nomi nè date. Un po' forzato, secondo me, il richiamo al corvo dell'inizio del libro.
Libro molto potente sul suicidio, che cerca anche di portare alla luce il problema della scarsità di aiuti psicologici in Groenlandia. Molto interessante la postfazione della traduttrice, che riporta anche il discorso che la scrittrice ha pronunciato al conferimento del Premio del Consiglio Nordico.
Mio voto: 8 / 10
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