Titolo originale: Gösta Berlings saga (1891)
"Caro lettore, per il Natale del 1891 fu pubblicato a Stoccolma il romanzo di una sconosciuta di trentatré anni: si chiamava 'La saga di Gösta Berling' e la sconosciuta Selma Lagerlöf. Il giorno dopo era famosa. Nel 1909 riceverà il premio Nobel e Marguerite Yourcenar la definirà 'la più grande scrittrice dell'Ottocento'. Il libro è tuttora annoverato tra i capolavori della letteratura europea. Ma per me non è 'solo' questo: 'La saga di Gösta Berling' è il romanzo che per primo mi ha fatto conoscere la magia e il fascino del nord, il più emblematico dell'arte del raccontare e di tutto quello che amo nella narrativa scandinava, che mi ha spinto a diventare editore. Poema epico, raccolta di leggende, saga, racconta le vicende di una stravagante compagnia di bohémien, musicisti, giocatori e bevitori 'allegri, spensierati, eternamente giovani' su cui domina la figura di Gösta Berling, il seducente prete spretato, bello come un dio greco, che irradia avventura e gioia di vivere, ma destinato a suscitare amori fatali e sventure. Una storia di perdizione e redenzione che accetta il male come il bene, le più alte aspirazioni e gli impulsi autodistruttivi, un mondo illuminato dall'amore e immerso in una natura incantata. È un libro che 'brucia', dice ancora la Yourcenar, di un'immaginazione ardente, uno dei romanzi su cui costruiamo i 'castelli imperituri del sogno e della fantasia'". (libreriauniversitaria)
Premetto che non ho problemi nè coi miti nè con la letteratura nordica, anzi, ci sono libri che ho amato davvero molto. Su questo fatico un po' a dare un'opinione.
Intanto è un libro molto lungo, sono 542 pagine, anche se le edizioni iperborea hanno un formato particolare, è comunque molto lungo.
Ho apprezzato molto i paesaggi di questo libro, la natura impetuosa e dominante.
Ho fatto molta fatica col linguaggio, datato ma soprattutto pesante, pieno di descrizioni lunghissime e dettagli su storie e persone che non aggiungevano molto al tutto. Ogni capitolo è dedicato a qualcosa di diverso, variamente legato a ciò che viene prima.
Ma soprattutto, ho avuto difficoltà coi personaggi. A differenza di altre saghe, dove il cattivo è cattivo e il buono è buono, qui tutti sono l'uno e l'altro. Abituata all'idea romantica dei cavalieri ho fatto fatica ad apprezzare quelli che vengono qui descritti, praticamente dei gozzovigliatori nati, ingrati e poco integri. Le figure femminili, forse, sono quelle che hanno in mano la situazione, che sanno come venir fuori dalle situazioni complicate (o quantomeno ci provano).
Boh. Nel complesso il libro non mi è dispiaciuto ma ho fatto fatica a proseguire perchè ad un certo punto (intorno alla metà, sigh) ha cominciato ad annoiarmi e ho dovuto davvero sforzarmi di finirlo.
p.s. L'ultima edizione ha una copertina veramente brutta.
Mio voto: 6 e mezzo / 10