mercoledì 31 luglio 2024

L'estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi - Tatiana Țîbuleac


Titolo originale: Vara în care mama a avut ochii verzi (2017) 

Aleksy ricorda ancora l’ultima estate che ha trascorso con sua madre. Sono passati tanti anni da allora, ma quando il suo terapeuta gli consiglia di rivivere quel periodo del proprio passato per tentare di superare il blocco creativo che sta vivendo come pittore, Aleksy inizia un viaggio che lo farà confrontare con le emozioni dell’estate in cui lui e la madre arrivarono in un paesino di villeggiatura francese… Come superare la scomparsa di sua sorella? Come perdonare la madre che lo ha rifiutato? Come affrontare la malattia che la sta consumando? Questa è la storia di un’estate di riconciliazione, di tre mesi in cui madre e figlio depongono finalmente le armi, spinti dall’arrivo dell’inevitabile e dalla necessità di fare pace tra loro e con sé stessi. Tatiana Ţîbuleac mostra una grande intensità narrativa in questa storia sulle relazioni madre-figlio che unisce risentimento, impotenza e fragilità. Un romanzo forte e commovente che intreccia vita e morte in un appello all’amore e al perdono. Una delle grandi scoperte dell’attuale letteratura europea. (goodreads)

Credo che le prime parole che mi vengono per definire questo libro siano: struggente e intenso.
Il romanzo comincia con Aleksy che odia la madre, ed è un odio feroce, al punto di volerla vedere morta perchè lui non si è mai sentito amato e, dopo la morte della sorellina Mika, la madre si è chiusa nel silenzio dimenticandosi di lui. Le prime sono pagine cariche di questo odio, e del fatto che Aleksy è diventato un ragazzino difficile. 

"Quella mattina in cui la odiavo più che mai, mia madre aveva compiuto trentanove anni. Era piccola e grassa, stupida e brutta. Era la madre più inutile che fosse mai esistita. La guardavo dalla finestra mentre se ne stava al cancello della scuola come una mendicante. L'avrei uccisa senza pensarci due volte"

"Se avessi potuto, l'avrei cambiata in due secondi per qualunque altra madre al mondo. Anche per un'ubriacona, anche per una che mi avesse picchiato ogni santo giorno. Le sbornie e i colpi li avrei sopportati solo io, invece la sua bruttezza e quella coda da sirena erano alla vista di tutti. Le vedevano i miei compagni di scuola. Le vedevano i professori e la gente del quartiere"

"Certi specialisti ritengono che io sia diventato violento dopo la morte di Mika e per colpa di Mika. Altri sono convinti che sia stato perchè mia madre, dopo il funerale, si chiuse nella stanza degli ospiti e non parlò con nessuno per sette mesi. Non la biasimo per il modo in cui reagì alla morte della figlia. In fin dei conti si trattava della sua bambina, del suo dolore, e niente sarà mai più meraviglioso di Mika. Mi sarebbe piaciuto, però, che almeno una volta mia madre si fosse ricordata anche di me, l'altro suo figlio, spinto su questa Terra dallo stesso utero incosciente".

Ma poi, al 39esimo compleanno della madre (passato in grande tristezza), lei gli chiede di rinunciare alle vacanze con gli amici e di andare con lei in uno sperduto paesino della Francia. Di lì a pochi mesi lei sa di dover morire di cancro.
All'inizio la convivenza è difficile ma poi, grazie ad alcune pillole che gli dà sua madre dopo che lui si ferisce prendendo a pugni una porta, Aleksy comincia a calmarsi. Al punto che le pillole non sono più indispensabili.


"Mia madre mi chiamò nel campo di girasoli per comunicarmi che stava morendo. "Ho il cancro, Aleksy, ho un cancro brutto e rabbioso""


In questo libro c'è tutta la malattia della madre, e di come inesorabilmente la riduce ad un mucchio di ossa, e c'è tutto il dolore di Aleksy che deve rielaborare la figura della madre rendendosi conto che non è vero che la vuole morta, e che se la malattia li ha portati a riavvicinarsi allora avrebbe voluto che la malattia arrivasse prima. Aleksy si è sempre sentito una nullità. 


"Non l'avevo mai vista così, per il semplice motivo che non era mai stata così. Mia madre mi guardava con amore.
Quello sguardo - che avevo aspettato ed elemosinato durante tutta l'infanzia e per il quale mi sarei separato di buon grado da tutti i miei risparmi di bambino parsimonioso - lo ricevevo ora gratis"
 
"Ero finalmente diventato il suo bambino, e lei era finalmente diventata madre. (...) Perchè mia madre non aveva cominciato a morire prima?"


"Le domandai perchè lei e Mika avessero gli occhi verdi e io azzurri"

Pessima la figura del padre, che ad un certo punto se ne va di casa portandosi via soldi e oggetti di valore e va a vivere con una ragazzina col piercing sulla lingua. Un codardo, perchè ha scelto un giorno in cui sapeva che la madre non era in casa. 
Bella la figura della nonna, che dopo la morte della madre accoglie Aleksy in casa sua e in poche settimane fa quello che fior di psichiatri non hanno fatto in mesi di terapie.
Aleksy trova il suo sfogo nella pittura, diventa un pittore ricco. In qualche modo, ora riesce quasi ad idolatrare la madre.
Davvero molto inteso. (però mi sono chiesta come mai non scende nei dettagli di come è morta Mika e di come è andato l'incidente con Moira. Immagino per lasciare al centro della narrazione il rapporto madre-figlio).
Mio voto: 8 / 10

Il gatto che non c'era - Lilian Jackson Braun


Titolo originale: The Cat Who Wasn't There (1992) 

Siamo a Pickax. la tranquilla cittadina di provincia dove Qwilleran è andato ad abitare con Koko e Yum Yum e dove corteggia la bibliotecaria Polly. Uno dei due gatti si mette a miagolare disperatamente la stessa notte in cui, a migliaia di chilometri di distanza, nel cuore della Scozia, Qwilleran , Polly e un'eletta schiera di colti e ricchi abitanti della cittadina americana stanno compiendo un giro turistico. Il tragico miagolio ha una ragione: il gatto ha "sentito", pur non essendo presente, la morte della quarantenne Irma, zitella simpatica e colta che fa da guida al gruppetto. Irma muore apparentemente per un attacco cardiaco ma Qwilleran non è convinto e tornato a casa comincia a indagare sulla vicenda che da questo punto si snoda con un rapido susseguirsi di sconcertanti colpi di scena fino alla rivelazione finale. (goodreads)


Verso la fine di agosto, un gruppo di cittadini di Pickax, si reca in gita in Scozia. Tra loro ci sono Qwill, Polly, Melinda Goodwinter (dottoressa ex fiamma di Qwill che ceca di riconquistarlo spudoratamente) e altri. Il gruppo è capitanato da Irma Hasselrich, nuova amica di Polly, che ha organizzato ogni dettaglio del tour.
Il sesto giorno, Irma viene trovata morta in camera (che condivide con Polly). Melinda sostiene che soffrisse di cuore e che ha avuto un attacco fatale. 
Nel frattempo, a Pickax, i gatti di Qwill sono curati da Mildred Hanstable, e Koko ha ululato esattamente nell'orario in cui è morta. 
All'inizio, il gruppo pensa di continuare la gita perchè Irma avrebbe voluto così, anche se non si trova più Bruce, l'autista.
In queste pagine troviamo molta storia, soprattutto relativa alla battaglia di Culloden. 
Al decimo giorno, Qwill e Polly lasciano il gruppo per tornare a casa. Koko si lancia in un girotondo indemoniato sopra l'articolo di giornale che parla della morte di Irma (finalmente seppellita) e sui tarocchi. E a Qwill fremono i baffi, perchè sa che anche se Koko non era presene, lui ha sicuramente capito cosa è successo.

Quattordicesimo episodio della serie. Carina l'idea del giro nelle Highlands, ma i racconti della storia diventano un pochino pesanti. Qwill passa il tempo a cercare di evitare Melinda; hanno avuto una breve storia alcuni anni prima, ma lei è molto più giovane e troppo irruenta, e Qwill ha capito che non è il tipo di donna che vuole al suo fianco. D'altro canto, lei sembra molto determinata a riconquistarlo ad ogni costo, al punto che ad un certo punto Qwill sbotta dicendo che se mai si sposerà sarà con Polly.
Abbiamo varie storie che si intrecciano, dallo sconosciuto che sembrava voler aggredire Polly, alle due sorelle che collezionano orsi di pelouche, alla recita di Macbeth. Tutto sommato la narrazione regge bene. Stavolta avevo capito chi è il colpevole, ma non mi ero soffermata sulla motivazione.
Sempre molto gradevoli queste storie.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

domenica 28 luglio 2024

9 Novembre - Colleen Hoover


Titolo originale: November 9 (2015) 

È il 9 novembre quando, durante un pranzo con il padre, Fallon incontra Ben per la prima volta. È un giorno speciale per lei, non solo perché sta per trasferirsi da Los Angeles a New York, ma anche perché ricorre l’anniversario dell’evento che ha segnato per sempre la sua vita, il terribile incendio che le ha lasciato cicatrici su gran parte del corpo, impedendole di continuare la sua carriera da attrice. Contro ogni previsione, la conoscenza tra i due si trasforma subito in qualcosa di più, ma Fallon sta per partire e sembra esserci tempo solo per il rimpianto. Come per strappare al destino quell’inevitabile separazione, Ben le promette allora che scriverà un romanzo su di loro, proponendole di ritrovarsi il 9 novembre di ogni anno, fino a che non ne compiranno ventitré. È così che ogni 9 novembre i due protagonisti aggiungono un nuovo capitolo alla loro storia, finché qualcosa non arriva a sconvolgere le loro promesse e a mettere alla prova i loro sentimenti, tra i dubbi di Fallon e le mezze verità di Ben. (goodreads)

Non avevo ancora letto niente di Colleen Hoover, nonostante in libreria siano state vendute decide di copie dei suoi libri. Ho scelto questo perchè aveva il numero nel titolo.
Beh, lettura molto scorrevole ed accattivante, non posso negarlo, l'ho letto in due giorni. La storia parte in modo assurdo, mentre Fallon sta discutendo con suo padre al ristorante, uno sconosciuto si spaccia per il suo ragazzo e la difende. A fine giornata, si promettono di rivedersi l'anno successivo, stesso giorno, stesso posto. E così via per cinque anni, fino al loro ventitreesimo anno (perchè secondo la madre di lei è l'età giusta in cui si ha capito cosa si vuole fare della propria vita e si è pronti per avere una relazione con un'altra persona). Teoria discutibile quella della madre, che in effetti si è messa col padre di Fallen a 16 e lui l'ha lasciata a 23. Tuttavia questa cosa dà l'idea ai due ragazzi di rivedersi, appunto, una volta all'anno, con la promessa che lei proverà a fare audizioni per tornare a fare l'attrice come prima dell'incendio e che lui nel frattempo scriverà un libro su questa loro storia. Ma le cose non vanno proprio come dovrebbero, perchè già dal secondo incontro è chiaro che i due provano qualcosa l'uno per l'altra, e dal terzo è chiaro che faranno fatica a resistere lontani altri due anni. Ma Ben combinerà un pasticcio a causa di una incomprensione con Fallon e il tutto verrà chiarito ovviamente al quinto anno, e lì si capirà il vero dramma che ha vissuto Ben fin dall'inizio.
Molto coinvolgente, per quanto assurda la partenza, in realtà la storia è molto tenera. Ad un certo punto ci sono anche delle scene un po' passionali, e non sono nè stucchevoli nè esagerate. Ovviamente mi aspettavo un elemento di crisi perchè è tipico delle trame dei romanzi d'amore; non mi aspettavo il colpo di scena del manoscritto, e anche per me la prima reazione è stata di rabbia, anzi di delusione. In realtà, ho provato il grosso dubbio che Ben in qualche modo si sia "voluto innamorare" di lei, mentre senza sapere quello che ha fatto, tutto sembrava molto spontaneo e molto tenero.
La cosa che mi lascia sempre un po' perplessa in questo genere di romanzi, è che vedo dei diciottenni un po' molto maturi, diversi da quelli che vedo intorno a me (o magari in America crescono prima). 
Comunque il libro mi ha proprio tenuto lì, ero molto curiosa di vedere come andava a finire e ovviamente speravo che tutto andasse a finire bene perchè loro due mi piacevano molto come coppia. Ammetto di aver pianto leggendo il manoscritto.
Bel libro, carico di amore ma anche di tenerezza, di senso di colpa, di insicurezza in sè stessi. Lettura molto gradevole. I capitoli alternano il pensiero di Fallon e il pensiero di Ben.
Ho letto alcune recensioni su questo libro, e molte saltano da una stella a cinque stelle. Quindi, c'è chi l'ha odiato (soprattutto per l'ingresso in scena di Ben e il fatto che insiste tanto a "far esibire" le cicatrici di Fallon) e chi l'ha amato perchè probabilmente si è più fatto prendere dall'impatto emotivo. Io non amo molto il giudizio in stelle, ma direi che prima di scoprire il manoscritto gliene avrei date 4 piene, dopo il manoscritto mi è un po' sceso il personaggio di Ben.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

La libreria dei gatti neri - Piergiorgio Pulixi


Titolo originale: La libreria dei gatti neri (2023)

Grande appassionato di gialli, Marzio Montecristo ha aperto da qualche anno nel centro di Cagliari una piccola libreria specializzata in romanzi polizieschi. Il nome della libreria, Les Chats Noirs, è un omaggio ai due gatti neri che un giorno si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati, da lui soprannominati Miss Marple e Poirot. Nonostante il brutto carattere del proprietario, la libreria è molto frequentata, ed è Patricia, la giovane collaboratrice di Montecristo, di origini eritree, a salvare i clienti dalle sfuriate del titolare. La libreria ha anche un gruppo di lettura, “gli investigatori del martedì”, un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discettare del romanzo della settimana. È una banda mal assembrata ma molto unita, di cui Marzio è diventato l’anima, suo malgrado. Un anno prima il gruppo si è dimostrato capace di aiutare una vecchia amica di Montecristo a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza. Ora la sovrintendente Angela Dimase torna a chiedere la loro collaborazione per un’indagine che le sta togliendo il un uomo incappucciato si è presentato a casa di una famiglia, ha immobilizzato due coniugi e il loro figlioletto e ha intimato all’uomo di scegliere chi doveva morire tra la moglie e il figlio; se non avesse deciso entro un minuto, li avrebbe uccisi tutti e due. Il sadico killer viene presto soprannominato «l’assassino delle clessidre», visto che sulla scena del crimine ne lascia sempre una. Riusciranno gli improbabili “investigatori del martedì” a sbrogliare anche questo caso, intricato quanto agghiacciante, permettendo alla polizia di fermare il feroce assassino prima che colpisca di nuovo? Pulixi firma un giallo pieno di suspense e ironia che parla di libri e omaggia i classici del mystery, rendendo i lettori i veri protagonisti di questa storia. (goodreads)

Era un po' che volevo leggere questo libro. Ovviamente il richiamo ai gatti ha avuto un suo fascino. A differenza di altri libri in cui i gatti investigano, qui i due felini (Poirot e Miss Marple) partecipano alla vita della libreria, aiutano a non finire in bancarotta il libraio, ma non fanno gli investigatori.
Il giallo è molto classico, si legge bene, scorrevolmente. Il personaggio del libraio mi ha fatto ridere, è uno che sa essere scorbutico con chi gli chiede libri assurdi, ma anche molto tenero col bambino che ha bisogno di lui.
La vicenda si segue bene e anche la soluzione è ben chiara. Molto triste la storia che c'è dietro.
Il collegamento fra le vittime lo avevo intuito, mentre non avevo gli strumenti per capire il collegamento con l'assassino, se non che era successo qualcosa che aveva portato ad una tragedia, ma non potevo arrivare ai dettagli.

"I casi più difficili sono sempre quelli più banali. Sono difficoltosi solo perché l'investigatore carica il delitto di una complessità che è solo apparente, frutto dei suoi pregiudizi, e così si danna a cercare una risposta dove non deve. Ma in realtà è tutto estremamente semplice e la risposta è lì, dove meno te l'aspetti, celata sotto una coltre di banalità."

Molto gradevole. Peccato che (mi pare) sia un libro singolo, sarebbe carina una serie con il libraio Marzio Montecristo.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

venerdì 26 luglio 2024

Il club dei delitti del giovedì - Richard Osman


Titolo originale: The Thursday Murder Club (2020)

Kent, Gran Bretagna. In una tranquilla e lussuosa casa di riposo quattro improbabili amici si incontrano una volta alla settimana per indagare sui casi di omicidi irrisolti.
Elizabeth, Joyce, Ibrahim e Ron, tra calici di vino e torte alla vodka, studiano i fascicoli della polizia segretamente acquisiti dalla leader indiscussa del gruppo, Elizabeth.
Ma quando un brutale omicidio ha luogo proprio sulla loro soglia di casa, “Il club dei delitti del giovedì” si ritrova nel bel mezzo del primo caso in diretta. I quattro protagonisti saranno pure degli ottantenni, tuttavia hanno ancora qualche asso nella manica. Sono persone vivaci, straordinariamente agili ed energiche, decise a esercitare la loro notevole elasticità mentale nella ricerca di un assassino a piede libero. Per trovarlo si immedesimeranno nel personaggio dell’anziano curioso e vagamente ingenuo, così da raccogliere informazioni e inserirsi nelle indagini ufficiali con stratagemmi sorprendenti, che superano spesso il confine della legalità.
Richard Osman rompe gli schemi della narrativa poliziesca, dipanando un racconto pieno di suspence ma incredibilmente divertente, e il collegamento tra gli intrepidi investigatori e la polizia, che potrebbe sembrare ardito, funziona magnificamente.
L’arguzia secca e l’umorismo britannico danno a questo romanzo un sapore particolare e i suoi personaggi simpatici e accattivanti ci catturano sin dall’inizio. Un esordio insolito e coinvolgente. (goodreads)

Il club dei delitti del giovedì, è composto da 4 anziani che vivono in un villaggio per anziani, e che una sera a settimana si ritrovano per "investigare" su casi non risolti dalla polizia. Da quello che ho capito, i fascicoli dei casi chiusi li procurava Penny, ex agente, che si trova a letto in coma. Poi c'è questa misteriosa Elizabeth che ha duemila agganci per cui riesce ad indagare laddove anche la polizia ci impiega più tempo.
La storia è forse improbabile, ma il libro è piuttosto gradevole. I quattro nonni sono molto simpatici e piuttosto arguti. Ogni tanto trova spazio qualche riflessione sulla loro vecchiaia e su cosa sentono o temono. In ogni caso è un libro leggero.
Accanto ai nonni poi ci sono i due veri e propri poliziotti, che ad un certo punto la prendono sul ridere e "sopportano" le investigazioni in parallelo.
La storia è raccontata in parte in terza persona guardando lo svolgimento delle azioni e in parte  attraverso ciò che scrive Joyce nel suo diario (praticamente a capitoli alternati).
L'ambientazione è molto carina. Ho trovato che i personaggi ad un certo punto diventano un po' troppi, la storia si allarga un po' molto, anche perchè da un omicidio si arriva a due più un altro accaduto cinquant'anni prima. E, sinceramente, non ho capito del tutto le motivazioni dell'omicidio più vecchio. Forse bastava concentrarsi su due, perchè un conto è cercare di depistare il lettore, un altro è creare una storia con troppe storie al suo interno, si rischia di fare un po' confusione.
Comunque, nel complesso il libro mi è piaciuto abbastanza. Sicuramente leggerò i successivi appena riesco.
Mio voto: 7 e mezzo / 10 

Gli avversari - John Grisham


Titolo originale: Sparring partners (2022)

Un ex avvocato in fuga, un condannato a morte a un passo dalla fine e due fratelli rivali eredi di un famoso studio legale sono i protagonisti di tre storie tra le migliori che John Grisham abbia mai raccontato, riunite in questa che è la sua prima raccolta di novelle in cui si alternano con efficacia suspense, emozione e divertimento.
In Ritorno a casa, l’avvocato Jake Brigance – già protagonista de Il momento di uccidere, L’ombra del sicomoro e Il tempo della clemenza – viene contattato da un vecchio amico, Mack Stafford, ex collega a Clanton, che chiede il suo aiuto. Tre anni prima Mack è fuggito dalla Ford County senza lasciare tracce con i soldi dei suoi clienti dopo aver dichiarato fallimento e divorziato dalla moglie, abbandonando le sue due figlie. Ora desidera ritornare a casa, ma le cose non vanno come aveva previsto.
In Luna di fragola, Cody Wallace, un condannato a morte di soli ventinove anni, di cui quattordici passati nel braccio della morte, è in attesa della sua esecuzione. Mancano soltanto tre ore, il suo avvocato non può salvarlo e la richiesta di clemenza non viene accolta dal governatore. Mentre il tempo sta per scadere Cody riceve una visita inaspettata ed esprime un ultimo, straziante desiderio.
Gli avversari sono i due fratelli Kirk e Rusty Malloy, avvocati di successo che hanno ereditato un importante e prosperoso studio legale fondato dal padre, da tempo in prigione per aver ucciso la moglie. Kirk e Rusty si detestano e si parlano solo quando è strettamente necessario e, pur condividendo l’ufficio, fanno di tutto per evitarsi. Gli affari iniziano ad andare male e tutto il peso ricade su Diantha Bradshaw, l’unica persona di cui i due soci si fidano. Diantha deve decidere se salvarli o, per la prima volta nella sua carriera, salvare se stessa. (goodreads)

ATTENZIONE contiene spoiler sulla trama.

Ho letto un paio di libri di Grisham in passato, entrambi non tra quelli suoi tipici di "legal thriller". Lui scrive molto bene, ha una capacità di descrivere efficacemente le scene senza esagerare con parole inutili. Questa è la sua prima raccolta di racconti. In particolare, qui abbiamo tre storie. 
Nella prima c'è un ex avvocato che è scappato dopo aver divorziato dalla moglie e aver rubato dei soldi a dei clienti. Ad un certo punto si rende conto che gli mancano molto le figlie. Tuttavia, una volta che uno ha deciso di andarsene, non è così facile ritornare. Questo racconto mi stava piacendo molto, soprattutto quando comincia ad interagire con la figlia maggiore che gliela fa decisamente pesare. Però si stava instaurando un bel rapporto. Poi si chiude lasciando tutto in sospeso.
Nella seconda storia troviamo un ventinovenne che è in galera da quando ne aveva 14, è stato condannato a morte, e ormai siamo agli ultimi giorni prima dell'esecuzione della condanna. La sua unica salvezza sono stati i libri che gli mandava una misteriosa donna, con cui si scriveva lettere. E' una storia molto triste, di un ragazzo che è diventato uomo dentro una galera, oltretutto poi si scopre che lui era presente sul luogo del delitto ma non ha sparato. Bello anche l'incontro con la donna dei libri.
Nella terza storia ci sono due fratelli avvocati, costretti a condividere lo studio fondato dal padre (in galera) ma che in realtà si odiano al punto che se uno è in studio l'altro lavora da casa. Finiranno nei guai per lasciare il padre in galera e non fargli ricevere l'indulto. In questo racconto c'è molto la descrizione di come funziona il sistema giudiziario americano, dove non sempre è la verità che trionfa ma chi sa patteggiare meglio. Il racconto ad un certo punto si incarta un po', con un'accelerazione frettolosa nel finale. Ho provato un grosso fastidio nei confronti di Diantha. 
Credo che tutti e tre avessero potenzialità per diventare veri e propri romanzi. I primi due li ho graditi molto, nel terzo mi sono persa tra troppi personaggi. Il libro di legge bene perchè comunque lui scrive bene. Non mi sembra la sua opera migliore.
Mio voto: 7 / 10 

domenica 21 luglio 2024

Fuori i libri! Giugno

Ho cominciato giugno col libro scelto dal gruppo di lettura, "God save the queer" di Michela Murgia. Ammetto che ero partita prevenuta, ma quello che dice è piuttosto interessante.

Avevo bisogno di un giallo. Ne ho trovato uno ambientato a Malta, "La dea maltese" di Lyn Hamilton, carino.

Sono finalmente riuscita a recuperare in biblioteca un libro di Fatos Kongoli, "Bolero nella villa dei vecchi", ambientato in Albania. Credevo fosse più leggero.

Il libro per la monthly motif, un libro che farà sicuramente ridere: "Buona apocalisse a tutti!" di Neil Gaiman e Terry Pratchett. Mah. Non mi ha fatto impazzire.

Ultimo libro per giugno, quello per la monthly key word. Ho scelto "Un'estate dopo l'altra" di Carley Fortune. Emozionante. Mi è piaciuto molto.

Un'estate dopo l'altra. Every Summer After - Carley Fortune


Titolo originale: Every summer after (2022)

Sono passati dieci anni da quando Persephone Fraser si è lasciata alle spalle i ricordi felici dell’infanzia, le estati magiche in riva al lago... e il suo primo grande amore.
Ora si è trasferita in città, dove ha costruito una carriera stabile e nel tempo libero si diverte a uscire con gli amici: nella sua vita c’è poco spazio per l’amore. Ma una telefonata inaspettata rimette in discussione ogni cosa: Percy deve tornare a Barry’s Bay, dove ha trascorso sei estati indimenticabili, e dove aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai più rimesso piede. I ricordi delle notti stellate, delle corse a perdifiato e soprattutto di lui, Sam Florek, riaffiorano come se il tempo si fosse fermato. È lì che tutto ha avuto inizio.
E se questa fosse l’occasione per cambiare il corso del destino? (goodreads)

Emozionante è la prima parola che mi è venuta in mente chiudendo questo libro.
La storia si sviluppa su due orizzonti temporali: il presente, in cui Persephone riceve la telefonata di Charlie, il "fratello sbagliato", e il passato, partendo da quando Percy ha tredici anni e i suoi genitori acquistano questo chalet sul lago dove vanno in vacanza ogni estate.
Sono dodici anni che Percy non torna a Barry's Bay, da quando lei e Sam hanno rotto. Ma è morta la madre di Charlie e Sam e per lei era come una seconda madre e sa che non può non andare.
Quando si conoscono, Sam ha tredici anni come Percy, Charlie ne ha 15, ed è proprio Charlie che, per avere la casa libera, convince Sam e Percy a fare amicizia. Negli anni questa amicizia diventa sempre più stretta, fino a trasformarsi in amore. Mi è piaciuto molto seguire l'evoluzione lenta dell'amicizia in qualcosa di più profondo.
Il libro prosegue alternando un capitolo del presente ed un capitolo del passato. Nel presente, Percy ha chiuso la sua storia di ben sette mesi con Sebastian perchè non le importa nulla di lui (e di nessuno dei ragazzi che ha avuto), ha un lavoro che le piace e non sente la sua ex migliore amica da anni. Nel presente, Sam ha una fidanzata che si chiama Taylor (piuttosto infastidita dalla presenza di Percy), è medico e gestisce la locanda che era della madre. Rivedersi risveglia sentimenti che erano stati accantonati. Sam non ci mette molto a lasciare Taylor, ma lui e Percy hanno tante cose di cui parlare. E soprattutto, l'amore che c'è tra loro è chiaramente ancora presente.
Libro molto emozionante.
Mio voto: 8 e mezzo / 10

sabato 20 luglio 2024

Buona Apocalisse a tutti! - Terry Pratchett + Neil Gaiman


Titolo originale: Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch (1990)

Sulla base delle Profezie di Agnes Nutter, Strega (messe per iscritto nel 1655 prima che Agnes facesse saltare in aria tutto il villaggio riunito per godersi il suo rogo), il mondo finirà di sabato. Sabato prossimo, per essere proprio precisi. È per questo motivo che le temibili armate del Bene e del Male si stanno ammassando, che i Quattro Motociclisti dell'Apocalisse stanno scaldando i loro poderosissimi motori e sono pronti a lanciarsi per strada, e che gli ultimi due scopritori di streghe si preparano a combattere la battaglia finale, armati di istruzioni clamorosamente antiquate e di innocue spillette. Atlantide sta emergendo, piovono rane dal cielo. Gli animi si surriscaldano... Bene bene. Tutto sembra proprio andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un filo pignolo (ma giusto un filo, per carità) e un demone che apprezza la bella vita - ciascuno dei quali ha passato tra i mortali sulla Terra parecchi millenni e si è, come dire?, affezionato a usi e costumi umani - non fanno esattamente salti di gioia davanti alla prospettiva dell'incombente catastrofe cosmica. E allora, se quei due (Crowley e Azraphel) vogliono che quanto profetizzato non si compia, devono mettersi al lavoro subito per scovare e uccidere l'Anticristo (mica una bella cosa, visto che è un ragazzino simpaticissimo). Ma c'è un piccolo problema: sembra proprio che qualcuno lo abbia scambiato con qualcun altro... (goodreads)

Ho trovato questo libro cercando il tema di giugno, "un libro che sicuramente vi farà ridere". Oddio, a mio parere ci sono scene carine, sicuramente al cinema rendono molto, ma scritte, mah. Temo facciano un po' parte di ciò che viene definito "humour inglese" con cui vado poco d'accordo.
L'idea di partenza era carina. L'anticristo sta per arrivare sulla terra, sotto forma di neonato, e con esso, al suo undicesimo compleanno, la fine del mondo. Ma le cose partono male perchè lo scambio di neonati viene sbagliato e quindi per tutto il tempo viene tenuto d'occhio il bambino sbagliato. Poi, al suo undicesimo compleanno, al bambino infernale (che in realtà è il capetto di una banda, ma abbastanza tranquillo) viene regalato un cane, che dovrebbe essere Cerbero, ma che il bambino chiama semplicemente Dog e il cane, anzichè un demonio, si trasforma in un docile cane completamente addomesticato.
In tutto questo, ci sono un angelo ed un diavolo che dopo tanti anni passati a "lavorare" insieme, in realtà sono praticamente diventati amici, e l'idea che si sia alla fine del mondo non è che va molto giù. 
Da qui si sviluppano una serie di dinamiche, con tanti personaggi che si incrociano, tipo i quattro motociclisti dell'Apocalisse (carestia, guerra, inquinamento, morte), la nipote di Agnes Nutter e il nipote del cacciatore che ha messo sul rogo Agnes, e altri. Tutto passando da un gruppo di personaggi all'altro. 
Dicevo, l'idea di base era carina, ma si allarga su troppi personaggi e alla fine l'ho trovato molto caotico. Ho trovato uno scopo quasi moralistico contro carestia, guerra, inquinamento. E anche morte. Ho trovato interessanti le riflessioni sul bene e sul male, soprattutto quando dice che gli uomini hanno raggiunto livelli di cattiveria tali che sono anche superiori a quelle dei diavoli stessi. 

"L'inferno non è una grande riserva di cattiveria, pensava Crowley, nè il Paradiso è una sorgente di bontà; sono due fazioni opposte nella grande partita a scacchi dell'universo. Il fatto è che la vera grazie a la vera cattiveria albergano nella mente degli uomini".

Carino, ma mi aspettavo qualcosa di più brillante, meno caotico e con un finale che sia un finale. Non mi ha convinto del tutto.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Bolero nella villa dei vecchi - Fatos Kongoli


Titolo originale: Bolero ne vilen e pleqve (2009)

Parashqevi lavora come infermiera in un ospedale di Tirana. La sua è l’esistenza triste e solitaria di una donna che si considera inclusa nella categoria delle bruttine. Dalla sua vita grigia e segnata da un passato pieno di eventi tragici (sullo sfondo dei moti del 1997 in Albania), non si aspetta ormai grandi cose. Per questo motivo, quando un giorno il suo capo le presenta un uomo ricco e influente alla ricerca di una persona di fiducia che si occupi degli anziani genitori, lei accetta. Da quel momento, e per quattro lunghi anni, vivrà nella villa dei vecchi, in una sorta di universo chiuso che rappresenta una dimensione altra rispetto al mondo esterno. Qui, nella casa del signor Irfan e della signora Firdus, a scandire il tempo ci sono i battibecchi fra i due anziani coniugi, le loro stranezze e le lettere che si scambiano per comunicare da un piano all’altro, lettere che scompaiono senza lasciare traccia. Misteriose come la musica del Bolero di Ravel, un altro tassello del linguaggio segreto e spesso indecifrabile che caratterizza il legame fra i due vecchi. (goodreads)

Avevo adocchiato questo libro qualche anno fa, mentre cercavo libri ambientati in Albania. Finalmente sono riuscita a trovarlo in biblioteca (ce ne sono pochissime copie). Mi aveva intrigato molto la trama, ma devo ammettere che dentro c'è tanto.

“A casa ho cominciato a pensarci su con più calma. ma perchè avevano scelto proprio me?”

“Scema" mi sono detta "com'è che non lo capisci? Sei un essere al grado zero dello sviluppo mentale, ecco perchè ti hanno scelta. Altrimenti, se quel lavoro fosse stato ambito da altri, non ti avrebbero presa in considerazione”


"L'offerta mi era stata fatta in un momento di vuoto interiore. Mi sentivo cullata tra le braccia di una malattia che in me si manifesta sotto forma di un dilemma ciclico: la vita vale la pena di essere vissuta? Si tratta di una vecchia malattia che risale all'epoca in cui leggevo molto, quando finii per includermi nella categoria delle ragazze brutte. In quel periodo non avevo esperienza, a parte lo scontento di essere brutta. Di sicuro, questo non ha a che fare con l'esperienza. Questo è niente se paragonato al momento in cui, dopo aver accumulato una certa esperienza, fatta di delusioni, si scopre l'assurdità della propria esistenza. Questo non ha niente a che vedere con la bruttezza nè con la bellezza. E' semplicemente il sentirsi delusi da se stessi. Ha un senso il numero crescente di donne albanesi che si suicidano a causa del loro grave stato depressivo"


Innanzitutto, ovviamente ci sono questi due anziani personaggi, marito e moglie, che vivono quasi da separati in casa e si parlano attraverso lettere, lunghissime quelle che scrive lui, molto brevi le risposte di lei. Lettere che nessuno sa dove finiscono perchè non si trovano da nessuna parte. Una coppia un po' "fumantina", dove i due spesso litigano e smettono di scriversi, per poi ricominciare. Sempre così di continuo. 
Parashqevi è una donna con un forte odio per il proprio aspetto fisico e con un passato pesante che viene assunta per badare ai due vecchi. Lei non è molto convinta, ma ha una istintiva attrazione nei confronti della seconda nuora dei vecchi, e accetta. In realtà le occasioni di incontrare Dirina saranno poche, ma Parashqevi è tormentata nel profondo da quello che le smuove dentro questa donna.
Nel corso della seconda parte scopriamo anche cosa è successo a Parashqevi. Una sera al lavoro sei uomini incappucciati l'hanno portata via durante il turno di lavoro, l'hanno portata fuori dal paese e l'hanno brutalmente violentata. Probabilmente come rappresaglia da parte del fratello della ragazza di cui era innamorata.


"Sono nata in una città costiera. (....)Dirò che è una città portuale dove non metto piede da molti anni, da quando me ne sono andata e non ho più rivisto nè il mare nè le strade nè gli abitanti.  Non ho nessuna voglia di rivederli.
Quelli che non voglio rivedere appartengono a una categoria di persone oscure, che tingono tutta la città con il loro nero. Come un vaso pieno di acqua limpida che diventa nero se vi si versano dentro alcune gocce d'inchiostro di china. Sono nere come gocce d'inchiostro di china. Non riesco a immaginare la mia città diversamente da un vaso pieno d'acqua in cui siano state versate gocce d'inchiostro di china che hanno tinto di nero ogni cosa. Il nero è il colore della morte. La mia città mi ricorda la morte. Lì ci sono le tombe dei miei genitori e dei miei fratelli - che, come la città con il suo mare, le sue strade e e i suoi abitanti, da molti anni non sono tornata a rivedere. Solo mia madre si è spenta nel suo letto per un cancro al seno. Mio padre e i miei fratelli non sono morti di malattia. Sono stati uccisi. Prima mio padre, poi i miei due fratelli."


Le faide familiari sono una cosa risaputa in quell'Albania. Le due persone che la trovano ferita in mezzo alla strada la portano all'ospedale di nascosto e le dicono che la miglior riconoscenza è che lei non dica mai che sono stati loro ad aiutarla. Anche in ospedale tutti capiscono subito cosa è successo, ma nessuno può dire niente per paura di ritorsioni.
L'omosessualità è una vergogna, così come poi sarà una vergogna il fatto che ad un certo punto Parashqevi rimarrà da sola con Irfan nella villa, dopo che è morta la moglie, dovendo sopportare le malelingue pettegole del paese che non reputano consono che una donna viva da sola con un uomo con cui non è sposata. 

Il libro si sviluppa su due parti. La scrittura si legge bene. Le tematiche sono davvero ampie. Il libro è ambientato in un periodo in cui in Albania regnavano caos ed anarchia, con scontri armati anche tra i civili. E' un libro interessante, dove ci sono tante cose, tanti argomenti. Anche il fatto che Parashqevi sia costantemente in contrasto con la sua faccia mentre la guarda allo specchio, l'essersi convinta di essere irrimediabilmente brutta e non meritevole di alcun affetto, il sentirsi sempre come un sacco di spazzatura. Ci sono anche alcune pagine di "realismo magico", in cui Parashqevi vede in sogno la signora Firdus (da viva e da morta). E' un libro intenso.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

La dea maltese - Lyn Hamilton



Titolo originale: The Maltese Goddess (1998) 
 
Lara McClintoch, comproprietaria di un negozio di antiquariato di Toronto, viaggia in ogni parte del mondo alla ricerca di pezzi rari. Lara è elettrizzata dall'idea di trovarsi sull'isola di Malta per arredare personalmente la casa di Martin Galea, celebre architetto di Toronto e impenitente donnaiolo. Quando Martin viene trovato morto in una cassapanca antica, si ha l'impressione che qualcuno si sia divertito a recitare la parte della dea maltese, giocando con la sua vita. Lara scoprirà che il suo cliente e la casa in cui vive hanno un passato oscuro, che affonda le sue radici in un mondo antico, che si ripresenta sotto forma di un moderno intrigo. (ibs) 

Cercando un libro ambientato a Malta, ho scoperto questo, che in realtà è il secondo di una serie, ma l'elemento di continuità è solo la protagonista che lavora in un negozio di antiquariato e si ritrova a fare la detective. 
Il libro è carino, ha una trama interessante e il linguaggio è abile nel calare nell'atmosfera. Martin Galea è il più famoso architetto del Canada e cliente di Lara. Uno che fa un po' quello che gli pare, parcheggia sui marciapiedi, ma paga molto bene. Acquista alcuni mobili e chiede a Lara di recarsi a Malta a fare in modo che tutto vada bene, perchè ha organizzato un incontro misterioso con personaggi molto importanti (e misteriosi) e vuole che tutto sia perfetto. Quindi Lara fa le valigie e si reca a Malta, dove alloggia nella sontuosa villa di Galea. Cominciano però ad accadere alcuni avvenimenti strani, che hanno il sapore dell'avvertimento, e anche la spedizione dei mobili pare metterci più del dovuto. Quando finalmente arriva, in una cassapanca (arrivata al posto di una credenza) Lara scopre il cadavere proprio di Galea. Da qui si dipana la vicenda. Cominciano quindi le indagini, e arriva anche un detective canadese a dare manforte, alloggiato anche lui a casa di Galea. Lara scopre alcuni fatti del passato di Galea, di quando era piccolo e aveva due amici anch'essi diventati piuttosto influenti.  Inoltre, la strada di Lara spesso si incrocia con quella di un pittoresco personaggio che ella aveva già notato sull'aereo, e con quello di un gruppo di ragazze che stanno mettendo in scena una rappresentazione sulla storia dell'isola che pare non essere di molto gradimento da parte dei genitori delle attrici. 
All'inizio di ogni capitolo, c'è un paragrafo dove parla la dea maltese, la quale si lamenta di essere stata terra di conquista di troppi popoli, e promette di tornare a vendicare la sua terra. 
Dicevo, la trama è interessante, anche se il riferimento alla dea è più un pretesto per introdurre un po' la storia maltese, ma in realtà l'ho trovato poco utile allo svolgimento del romanzo perchè non ho trovato un vero e proprio collegamento con quanto poi succede. Rimane un po' sospeso senza chiudere il cerchio. I riferimenti alla storia di Malta sono davvero tanti, un po' didattici, quasi fossero una guida turistica, alcuni anche ridondanti. Interessanti ma poco utili a risolvere il problema.  
Forse l'autrice ha voluto mettere tanta carne al fuoco. La lettura comunque è scorrevole, la scrittura gradevole, facile. Interessante. 
Mio voto: 7 e mezzo / 10 


Lara McClintoch Archaeological Mystery:
#1 The Xibalba Murders 
#2 The Maltese Goddess / La dea maltese
#3 The Moche Warrior 
#4 The Celtic Riddle 
#5 The African Quest 
#6 The Etruscan Chimera 
#7 The Thai Amulet 
#8 The Magyar Venus 
#9 The Moai Murders 
#10 The Orkney Scroll 
#11 The Chinese Alchemist

God save the queer - Michela Murgia


Titolo originale: God save the queer (2022) 
 
Come fai a tenere insieme la tua fede cattolica e il tuo femminismo? È una domanda che Michela Murgia si sente rivolgere di continuo. È la stessa che si pongono le persone credenti LGBTIAQ+ e che si pone chiunque debba fare compromessi tra la propria coscienza e i precetti dottrinari, per esempio in merito ad aborto, eutanasia, fecondazione assistita. Per rispondere è necessario capire quali aspetti della vita e della fede siano davvero in contraddizione, e soprattutto se certi insegnamenti non siano semplicemente un’eredità storica da ridiscutere ogni giorno alla luce del Vangelo e della propria intelligenza. D’altronde, lo stesso Dio dei cristiani è contraddittorio: è divino ma anche umano, è uno ma anche trino, è onnipotente ma è morto in croce. Partendo dalla rilettura del Credo e attingendo alla propria esperienza personale – la sé bambina piena di dubbi, ma anche la nonna, la madre, la zia, le donne con le quali ha incontrato la fede – Michela Murgia fornisce gli strumenti per affrontare alcune di queste antinomie, e mostra come la pratica della soglia, che rigetta l’appartenenza a un unico recinto, cioè la queerness, sia una pratica cristologica. Accettarla come tale significa riconoscere che «il confine non ci circonda, ma ci attraversa, e che quel che avvertiamo come contraddizione è in realtà uno spazio fecondo di cui non abbiamo ancora compreso il potenziale vitale». (goodreads) 

Ho dovuto leggere questo libro per il gruppo di lettura. Ero perplessa perchè sono un po' stanca di sentir parlare di lgbt e di femminismo, mi dà sempre l'idea che tutte queste "categorie" portino ad allontanare più che ad unire. 
In realtà, la Murgia utilizza il termine "queer" in senso ampio, dove viene inteso come un qualcosa che va contro all'ordine prestabilito dalla società patriarcale, che non rimane chiuso dentro confini ma rimane fluido, aperto alle possibili risposte che ci possono essere alla stessa domanda. Lo stesso Spirito Santo viene definito "queer" dal momento che a volte viene indicato come un vento, a volte un fuoco, a volte una colomba, in ogni caso non è un qualcosa con una forma definita.
Questo non è un romanzo, è prettamente un saggio teologico dove Michela Murgia ci fa capire quanta cultura religiosa abbia.
Ho trovato molto interessanti le parti prettamente religiose, molto interessante l'epifania che ha avuto guardando l'icona di Rublev, dove la trinità è qualcosa che non è chiuso ma è aperto, accoglie, è un amore che non si chiude a 2 persone ma è potenzialmente aperto a chi vuole essere accolto. Idea decisamente accattivante, e decisamente frutto di una rielaborazione dell'autrice. 
Mi aspettavo altro, invece sono stata piacevolmente sorpresa. La Murgia scrive molto bene.
Mio voto: 7 e mezzo / 10



Questa è l'icona di Rublev:



sabato 13 luglio 2024

Fuori i libri! Maggio

Mese di maggio un po' in ripresa per quanto riguarda le letture, anche se ammetto che sto facendo fatica a mantenere il blog aggiornato...

Ho iniziato il mese con "A casa e ritorno" di Chris Offutt. Teoricamente voleva essere il primo dei libri per Bookrave, invece è rimasto l'unico. Ero partita incredibilmente entusiasta e invece mi sono piantata...

Ho proseguito con un libro leggerissimo, sapendo che era tale, perchè proprio volevo una storia per rilassare il cervello. Ho scelto "Sette ex per innamorarsi" di Lucy Vine. Niente di che.

Un giallo, "La neve sotto la neve" di Arno Saar / Alessandro Perissinotto. Purtroppo è l'ultimo di questa serie, spero che prima o poi continui perchè erano libri gradevoli.

Ho voluto togliermi dai piedi la categoria "dark romance", e ho optato per "Credence" di Penelope Douglas. Bel libro fino al comparire di alcune scene porno più che dark, che me lo hanno fatto scadere un po'.

Ultimo libro del mese, ho voluto leggere "Triste tigre" di Neige Sinno, appena saputo che era il vincitore del Premio Strega europeo. Crudo, con uno stile molto particolare che non si sofferma solo sulla esperienza dell'autrice.





Triste tigre - Neige Sinno


Titolo originale: Triste tigre (2023)

Doveva avere sette anni, forse nove, non lo ricorda con esattezza Neige quando il suo patrigno ha cominciato ad abusare di lei. A parte il momento esatto in cui tutto ha avuto inizio (il trauma ha alterato per sempre la cronologia dei fatti), i ricordi sono perfettamente incisi nella mente e nel corpo della donna che Neige è diventata. La decisione a diciannove anni di rompere il silenzio, la denuncia, il processo pubblico, il carcere per lo stupratore, la vita nuova molto lontano dalla Francia. E quella donna si è interrogata a lungo se scrivere il libro che stringete tra le mani, perché trovava solo motivi per non farlo. Fino al giorno in cui il passato l’ha raggiunta e l’impossibilità di scrivere è diventata impossibilità di non scrivere. Questa che leggerete non è «soltanto» la storia di una bambina che è stata violentata per anni da un adulto; è la ricerca pervicace degli strumenti per dire di quell’altro luogo, il paese delle tenebre dove vivono tutti quelli come Neige; è il rifiuto netto della retorica delle vittime (nessuna resilienza, nessun oblio, nessun perdono); è la necessità di trovare semplici parole precise che dichiarino l’irreparabilità del danno; è l’urgenza di rendere testimonianza, sì, ma collettiva. Perché l’abuso si consuma in una dimensione separata di omertà e solitudine, una dimensione che è fisicamente la stessa in cui si svolge il resto della vita, ma che si sovrappone come un doppio di intollerabile nitore. Triste tigre è il viaggio in questa dimensione, è il dialogo necessario con i grandi della letteratura che questa dimensione l’hanno interrogata, e che hanno fornito all’autrice gli strumenti per tutto questo. Un libro, che usa la scrittura come un martello, attraversato da una domanda: colui che ha creato l’agnello ha creato anche la tigre? (goodreads)

Ammetto che in un primo momento non volevo leggere questo libro. Avevo paura di quello che mi poteva dire. Certi libri vanno letti nel momento in cui si è predisposti. Poi ha vinto il Premio Strega europeo e ho cominciato a sentirne parlare e dopo alcuni libri più soft ho sentito la necessità di leggerlo subito o non l'avrei più fatto. 
Devo dire che ci ho messo più di una settimana a terminarlo. Ho centellinato un po' le pagine perchè lei scrive molto bene ma ciò di cui parla aveva bisogno di sedimentare un attimo.
Neige Sinno non parla solo di quello che ha subito lei, e soprattutto non ne parla in modo lineare e cronologico. Ciò che è successo a lei viene inframezzato da parti quasi "saggistiche" di confronto con altre situazioni di abusi, da parti riflessive sul perchè al carnefice può venire in mente di fare una cosa simile, sul perchè chi viene abusato non parla subito, e altri interrogativi del genere. Spesso in queste storie il carnefice è uno che a sua volta ha subito violenze da bambino; ma questo giustifica che si debba vendicare su qualcun altro più debole? Perchè le giurie trovano che la violenza subita dal carnefice lo renda anche vittima e quindi da giudicare con meno rigore? Perchè la madre di Neige, una volta che la ragazza ha parlato, continua a vivere accanto a lui, non riuscendo ad andarsene, completamente soggiogata da lui nonostante egli stesso abbia confermato che è successo? 
E' un libro che offre tantissimi spunti di riflessione. Anche il fatto che quando una vittima decide di parlare sa che distruggerà la sua famiglia, verrà anche malvista dal suo paese. Vale davvero ancora la regola che i panni sporchi si lavano in famiglia, quando ormai il fenomeno è diventato fin troppo collettivo?
In questo libro, oltre a cercare di immaginare il dolore che ha provato la scrittrice (e che non passerà mai, rimarrà sempre un ricordo latente che salta fuori quando vuole), mi pare che il libro, soprattutto nelle pagine finali, sia quasi un inno al fatto che non possiamo sfuggire al male o dimenticarlo, ma possiamo decidere di non caderci dentro.
Unica pecca che ho trovato: in alcuni momenti credo che l'autrice si sia davvero allargata tanto, citando troppi brani ed episodi da opere letterarie (che però sono finzione e non biografie). Credo ci avrebbe guadagnato con alcuni riferimenti in meno.
Comunque un bel libro, potente, da leggere quando ci si sente predisposti ad un argomento simile. Un interessante mix di biografia e parti più da saggio.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

Credence. Io ti proteggerò - Penelope Douglas


Titolo originale: Credence (2020)

Tiernan De Haas non ha avuto un'infanzia felice. È cresciuta tra agi e ricchezza, ma non ha mai conosciuto l'amore di due genitori presenti. E così, quando un incidente distrugge la sua famiglia, Tiernan sa che dovrebbe essere devastata, ma non riesce a provare nulla. Dopotutto è sempre stata da sola. Ad assumere la sua tutela per due mesi, prima che compia diciotto anni, è Jake Van der Berg, fratellastro di suo padre, che vive insieme ai due figli, Noah e Kaleb, in una casa sulle montagne del Colorado, tra i boschi. Tiernan sarà in grado di affrontare il freddo rigido dell'inverno in arrivo? (goodreads)

ATTENZIONE: spoiler sulla trama

Cercavo un libro per la categoria dark romance e, su goodreads, ho trovato questo. Mi ispirava.
Tuttavia, sono terribilmente in difficoltà nel dare un giudizio.
La scrittura è molto gradevole, scorre bene. Inoltre ammetto che ero molto curiosa di vedere come andava avanti la storia. 
Al primo terzo di libro avrei dato un otto, era molto intrigante. Mi piaceva il fatto che Jake e i suoi figli stessero facendo capire a Tiernen cosa vuol dire avere delle persone che ci tengono a te. E c'erano dei momenti molto toccanti, delle riflessioni di Tiernen molto forti. Anche tutto il suo turbamento sessuale nel trovarsi con tre uomini si inseriva bene in questo contesto. Poi però il libro si trasforma praticamente in un porno e non è che mi scandalizzi però ho trovato davvero eccessive le scene e il fatto che debba diventare la puttana di tutti e tre prima di capire che è innamorata di uno in particolare (e il richiamo ai tre i ricorda quello che le ha detto la madre, cioè che il primo uomo è quello della lussuria, il secondo è quello della consapevolezza perchè inizi a diventare audace ed esigente e il terzo è l'uomo di cui ti innamori). Discutibile questa teoria. Bizzarro il fatto che i tre siano membri della stessa famiglia (che poi, se non ricordo male, Jake non è realmente fratellastro del padre di Tiernen perchè quando il padre di Tiernen si è sposato con la madre di Jake entrambi avevano già un figlio...). Comunque, sinceramente, quando smettono le scene di sesso trovo che la storia riprenda la sua emozione. Il colpo di scena ovviamente era scontato. Quello che mi chiedo è come fa uno che ha smesso di parlare a quattro anni, a saper parlare di colpo a ventidue... Ma è un dettaglio. 
Un po' stucchevole il capitolo finale, però ci fa capire anche quanto l'amore abbia calmato Kaleb. Il riferimento alla madre era abbastanza inutile, non è mai stata molto parte del libro.

La mia difficoltà è proprio questa: ci sono due parti molto intense emotivamente, un finale scontato (che però è anche quello che ci si aspetta dal questo romanzo) e una parte centrale "porno" che diventa troppo. Per il resto, la scrittura è molto fluida.
Non capisco cosa significhi il titolo "credence". Traducibile con: credito, credibilità, fiducia. Immagino che sia la fiducia di Tiernen nei confronti della nuova famiglia, la fiducia di Kaleb nell'amore di Tiernen, la fiducia di Noah nelle sue qualità di motociclista. Forse.

Mio voto: 7 e mezzo / 10

A casa e ritorno - Chris Offutt


Titolo originale: Out of the Woods (1999) 
 
Grande presenza-assenza in tutta la produzione letteraria di Offutt, il Kentucky è il sostrato emotivo che unisce i nove racconti di A casa e ritorno. L’attrazione magnetica esercitata dai boschi e dalle colline in cui i protagonisti di queste storie sono nati e cresciuti si traduce ora in vicende lineari, di fughe e ritorni, ora in narrazioni più complesse e indirette. I temi portanti restano però gli stessi: l’impossibilità di andarsene davvero, di lasciare casa; il peso del passato e dei ricordi; l’attrazione irresistibile verso quelle «terre di nessuno», ingrate e crudeli, che si sono radicate a fondo nell’anima di tutti i personaggi. Ricorrendo a quella portentosa combinazione di realismo minuto e accensioni grottesche e magiche che rappresenta il suo inconfondibile marchio di fabbrica, Offutt racconta storie di camionisti, sceriffi, giocatori d'azzardo, pugili dilettanti ed ex carcerati, uomini e donne che affrontano disastri familiari per ritrovarsi a «crescere figli di altri mentre un estraneo si prende cura dei tuoi»: personaggi indimenticabili nel loro isolamento, nella loro impermeabilità alle regole della convivenza civile, nella durezza che, ben lungi dal cancellarla, cristallizza la forza dei sentimenti e dei legami. (goodreads)

Secondo appuntamento con "bookrave"; questo voleva essere il mio primo libro del nuovo argomento e invece è rimasto l'unico che ho letto...
Il libro è una serie di racconti, in ognuno dei quali c'è qualcuno che vuole scappare da casa oppure è lontano da casa e sente di dover tornare. 
C'è un uomo che viene mandato dalla moglie e dalla famiglia di lei a cercare un fratello che è sempre stata una persona complicata. Ma non essendo mai andato via da casa, l'uomo si sente totalmente spaesato così lontano da ciò che gli è familiare, e al tempo stesso capisce come mai il fratello invece è scappato.
Poi c'è un uomo che vuole farsi arrestare perchè sa che qualcuno del clan rivale verrà a cercarlo. E quando davvero arriva, il carceriere capisce che è ora per lui di tornare a casa.
C'è un camionista che capisce che è ora di tornare a casa e stabilirsi per sempre.
Le storie sono tutte abbastanza brevi, un po' dark, con risvolti psicologici pesanti. A volte non è chiaro perchè uno decide di tornare o di andar via. E' un rapporto particolare quello con la terra natia, un luogo da cui si vuole scappare ma che poi quando siamo lontani ci manca ma non è detto che vogliamo tornare. 
Non amo i racconti, ammetto che il titolo però mi ispirava.
Un libro che non mi ha fatto impazzire.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

venerdì 5 luglio 2024

Premio Strega 2024

4 luglio 2024, ore 23. Dalla cornice del Museo Etrusco di Villa Giulia si è svolta la finale del Premio Strega. 
Quest'anno due conduttori, Geppy Cucciari e Pino Strabioli. Non ho capito il motivo di questa doppia conduzione, credo che Geppy se la sia sempre cavata egregiamente, con la sua ironia caustica.
Sono stati intervistati i sei finalisti, al termine di ogni intervista c'era un filmato ironico (alcuni molto carini). Mi ha fatto molto sorridere Chiara Valerio che parla a macchinetta.
Quest'anno gli ultimi cento voti sono stati letti a voce alta, ma non capisco perchè è stato fatto in contemporanea alle ultime due interviste, creando un po' di confusione...
Ah, grazie al cielo non era presente il ministro della cultura; sono bastate le gaffe che ha fatto l'anno scorso...
Ammetto che un paio di libri mi interessano. Come sempre, non riesco mai a leggerli prima.

I votanti sono stati 644 su 700 aventi diritto.
Verso mezzanotte è stato proclamato il vincitore:  Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi) con 189 voti (vincitrice anche del Premio Strega giovani)

Secondo Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo) con 143 voti 

Terzo Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio) con 138 voti 

Quarto Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori) con 83 voti 

Quinto Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli) con 66 voti 

Sesto Tommaso Giartosio, Autobiogrammatica (minimum fax) con 25 voti

giovedì 4 luglio 2024

Addio a Ismail Kadare

01 luglio 2024. Addio a Ismail Kadare. Aveva 88 anni ed è stato il più importante scrittore albanese del Novecento.

Da tempo candidato al Premio Nobel della Letteratura, i suoi romanzi hanno esplorato i temi legati alla storia albanese e alla vita sotto il feroce regime comunista, facendosi alfiere della tolleranza religiosa. Dal 1970 al 1982 Kadare era stato membro dell'Assemblea del Popolo durante la dittatura di Enver Hoxha (1908-1985) e vicepresidente del Fronte democratico dell'Albania. Ma in seguito, per ripetuti contrasti e censure, fu costretto a fuggire in Francia, dove ottenne l'asilo politico nel 1990 e dove era conosciuto come Ismail Kadarè.

Inizialmente si dedicò alla poesia. Il suo primo romanzo, "Il generale dell'armata morta" (pubblicato in Albania nel 1963 e nel 1982 in italiano da Longanesi) portò Kadare alla notorietà, rendendolo immediatamente uno dei rari scrittori albanesi conosciuti a livello internazionale. Ambientato vent'anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il libro narra la storia di un generale e un cappellano dell'esercito italiano che vengono incaricati di ritrovare i resti dei soldati italiani caduti in Albania. Il romanzo è diventato un film nel 1983, diretto da Luciano Tovoli con Marcello Mastroianni nei panni del generale Ariosto e Michel Piccoli nelle vesti di padre Benetandi.

Nei romanzi successivi, Kadare ha rielaborato storie e leggende dell'Albania e ha usato allegorie politiche per criticare il regime comunista.

Tra i suoi titoli: "I tamburi della pioggia", "L'inverno della grande solitudine", "L'emblema di un tempo", "Aprile spezzato", "Il palazzo dei sogni", "L'occhio del tiranno", "La fuga del migrante", "Freddi fiori d'aprile".