Titolo originale: 494 Bauhaus al femminile (2021)
475 studentesse
11 docenti
6 donne intorno a Gropius
1 manager
1 fotografa
Una puntuale e inedita ricerca archivistica raccoglie e svela le vicende biografiche di TUTTE le “ragazze” del Bauhaus, le Bauhausmädels. Anty Pansera coinvolge il lettore trasportandolo nell’affascinante vita all’interno dell’Accademia dove studenti e studentesse convivevano con maestri del calibro di Gropius, van der Rohe, Kandinskij, Klee, e il tempo libero era condiviso tra feste, letture, discussioni politiche, storie d’amore, mostre, performances artistiche, musica (l’Accademia aveva una propria orchestra), sport; sullo sfondo, naturalmente, la tragica ascesa del nazismo che portò alla chiusura dell’Accademia, al divieto di pratica per gli artisti, e che costrinse molte delle donne (più del 14% era di origine ebrea) alla fuga e all’esilio, quando non alla morte in campo di concentramento.
Se fra i “ritrovamenti” dell’autrice c’è anche una misteriosa italiana, Maria Grazia Rizzo, la cui storia è ancora da ricostruire, sarà incredibile leggere di Lisbeth Oestreicher, moderna Penelope che riuscirà a salvarsi in campo di concentramento procrastinando il completamento dei capi di maglieria realizzati per l’amante del comandante del campo. O, ancora, di Edith Suschitzky, che aderisce al partito comunista austriaco iniziando un’attività di agente segreto dell’Unione Sovietica (determinante la sua attività nel reclutamento del cosiddetto “circolo delle spie di Cambridge”) e frequenta il corso di fotografia a Dessau nel 1929-1930.
Eccole, le ragazze del Bauhaus: dietro ad ognuna di loro ci sono storie diverse, tutte accomunate dalla determinazione a trovare una propria strada in settori prima non accessibili, mettendo a punto linguaggi felicemente “moderni”: tessitura ma anche fotografia, architettura, stampa, legatoria, pittura murale, falegnameria, vetro e/o lavorazione del legno, grafica pubblicitaria. Donne certamente autonome e indipendenti, anche se in molti casi rimaste troppo a lungo nell’ombra, magari di un marito o di un collega più famoso, e ora finalmente riscoperte. (nomosedizioni.it)
Disamina di un argomento che conoscevo giusto per sentito dire. Tuttavia, se ho trovato decisamente interessanti le parti dove veniva descritto in generale il Bauhaus e i vari corsi di studio/lavoro che presentava, alla lunga ho trovato terribilmente noioso leggere le storie di tutte queste donne (credo le abbia davvero citate tutte 494...) anche perchè molte sono davvero simili tra loro. E moltissime finiscono col fatto che loro creavano degli oggetti su cui non godevano di alcun diritto d'autore perchè questo spettava sempre all'uomo, anche quando collaboravano insieme. Considerando che il Bauhaus era nato proprio dicendo di abbattere i muri della distinzione sessuale, in questo ha ampiamente fallito.
Pazzesco lavoro di ricerca e documentazione svolto dall'autrice, corredato anche da foto (poteva metterne di più anche per far vedere alcuni degli oggetti che vengono citati...). Sicuramente un libro che sarà apprezzato a chi ama il genere (e i dettagli storici).
Mio voto: 6 e mezzo / 10